Buona performance di giovani ad Altaroma 2020. Roi du Lac, Italo Marseglia, Federico Cina, Caterina Moro
Stampe realizzate interamente a mano, linee pulite e volumi contenuti definiscono la proposta di Roi Du Lac presentata nell’ultima edizione di Altaroma di gennaio 2020, presso il Guido Reni District, sede ultima della kermesse capitolina.
La proposta esplora il mondo delle favole russe e trae ispirazione, oltre che dalle parole dello scrittore Aleksander Puskin, anche dalle illustrazioni del pittore russo Ivan Bilibin, le stampe parlano di sogni, memorie di balocchi e personaggi fantastici, e l’immaginazione crea un mondo alternativo a quello reale rappresento da cavalli alati, principesse, cavalieri e uccelli di fuoco che alternati tra loro dipingono la passerella di questo sofisticato giovane brand.
Tutto è giocato con raffinata maestria, dall’impiego dei tessuti -con stampe disegnate e interamente realizzate a mano da Marco Kinloch-, alla cura di mani sapienti nella costruzione dei capi realizzati da sarte altamente qualificate; l’attenzione è meticolosa anche nella cura dei dettagli interni, dalle fodere ton sur ton ai bottoni, alle zip personalizzate.
I tessuti impiegati nelle confezioni dei capi sono di filiera interamente italiana: gli jacquard e la stampa su seta vengono realizzati a Como, i ricami in Puglia, le fodere di cupro in Piemonte.
In passerella la proposta ha alternato completi di taglio maschile in pura seta composti da giacca e pantalone dalle linee fluide a top e camicette combinate con pencil skirt e shorts in pelle stampata, abitini corti con gonna ampia e abiti lunghi dal piglio rinascimentale dipinti con cromie che virano dai caldi e autunnali marrone, al rosso, al blu navy, all’ottanio e al carta da zucchero, colore iconico del Brand.
Dal fantastico universo russo di Roi du Lac al safari con i suoi animali di Italo Marseglia il passo è breve. Il designer presenta una collezione ispirata al mondo infantile dei giochi spensierati che hanno accompagnato la sua fanciullezza proponendo il patchwork: il miscuglio di stoffe da lui molto amato presentato per la prima volta in versione digitale e approntato su diversi supporti: dal tessuto ecosostenibile in alga, al pizzo in fibra naturale, fino ad arrivare al tulle.
I ricordi di un tempo che fu si sublimano in capi dai volumi generosi, come le ampie e romantiche gonne di tulle dalla linea svasata, le leggere camicette dai colletti arrotondati, i pantaloni e le giacche fluide, gli abitini leggeri e femminili con inserti giocosi come l’abito di tulle nero tempestato da piccole rane multicolori; interessanti e spiritosi i capispalla con intarsi di stoffa rappresentanti giraffe : una ricerca di proporzioni che riporta alla mente il periodo magico della fanciullezza, una collezione di demi-couture dove ogni pezzo vuole essere perfettamente progettato e realizzato col supporto di una maestria artigianale taliana, apprezzata dal designer anche grazie alla formativa esperienza nell’atelier Sarli presso la quale Marseglia ha sviluppato la dedizione all’eccellenza e la cura al dettaglio.
Una proposta tutta al maschile, invece, quella di Federico Cina che riscoprendo i racconti e le testimonianze della Romagna contadina del secondo dopoguerra, decide di immergersi nell’aria che si respirava in quel periodo, dove nonostante le enormi difficoltà del popolo si affacciava una brillante rinascita.
La collezione Fall/Winter 2020 è ispirata dall’archivio fotografico di Vittorio Tonelli, maestro e scrittore, appassionato studioso della storia e cultura Romagnola.
La collezione del designer rappresenta uno sguardo nostalgico al passato, alla ricerca e cristallizzazione di una bellezza semplice e armoniosa, romantica e raffinata, basata su un approccio sperimentale al colore e ai materiali. In passerella capi dalle linee asciutte e pulite dal gusto innovativo e sentimentale si susseguono tra loro in una danza coinvolgente, il taglio sartoriale è severo, le figure sono semplici e pulite, come nei i trench leggeri double dalle silhouette sottili, o nei completi dalle proporzioni ridottissime e dall’estetica radicale pura ed elegante; favolosi, voluminosi e nostalgici i tricot, divertenti i pantaloni dalle tonalità in lana bouclé.
I tessuti spaziano dai rigati in lana per la maglieria alla seta leggera e alla pelle, per alcuni passaggi. Definiscono la collezione gli stampati e i colori decisi degli azzurri e del rosso magenta che si alternano ai colori autunnali del prugna del verde oliva e del morbido bianco panna accanto alle tinte calde del marrone e del curcuma.
Tinte calde e corpose come il senape e i marroni allietate dalle nuance neutre del beige e del panna e da quella tenue e delicata del pervinca echeggiano anche nella proposta di Caterina Moro, che propone una lusso quotidiano elegante, attuale ed ecologico, sintetizzato con tinte bio e stampe in tessuti Wastemark, residui di produzione recuperati, che sarebbero altrimenti andati al macero.
Una proposta fatta di abiti dalle linee sartoriali ed eleganti, sofisticata e femminile, fatta di long dress, completi blusa e pantaloni in raso e in lana tricot e long skirt dal piglio leggero e armonico e dalle linee gentili e scivolate.
Generoso l’impiego del plissé foglia arricchito da ricami e frange ricavate da legno. Tessuti morbidi e avvolgenti come il velluto il cachemire e la seta contribuiscono a definire il concetto di eleganza della designer sintetizzandosi in una demi-couture dall’approccio sperimentale nei tessuti e nelle lavorazioni.