Buona prova di Paolo Gerani per Iceberg
E’ la migliore collezione di Iceberg delle ultime stagioni. Una eleganza più naturale, senza infiltrazioni di Pop Art.
Coerente e dallo stile preciso, con belle novità nelle linee e nei volumi. Paolo Gerani ha ben tradotto lo stile della maison -tra lo sportswear e la couture, sportività e sartorialità-, nelle originali novità dei giochi dei materiali e dei volumi. Dove ha saputo dare il meglio è stato nel creare forme nuove imbottendo i tessuti di piume d’oca e lavorando con le lane, con risultati sorprendenti di grande effetto.
Le modelle ricordano Catwoman. Non sappiamo se l’ispirazione di Paolo Gerani è originale o se si è lasciato influenzare dalla notizia della mostra che si aprirà al Metropolitan Museum di New York il 7 maggio “Superheores: Fashion and Fantasy”. Non sappiamo neppure se tra i supereroi raccolti nel Metropolitan sarà annoverata Selina Kyle nel suo mitico costume di Catwoman. Se ci sarà dovremo considerarla da ora in avanti come una influente protagonista della moda. Senza dubbio il direttore creativo di Iceberg la voleva rappresentare quando ha scelto il passamontagna scuro che accompagna alcuni capi -una giacca di pelliccia dal collo alto nero o la pelliccia blu elettrico- e quando ha disegnato sul corpino degli abiti da sera, a esaltare il seno, una mascherina che ricorda gli occhi di un felino o altro che non siamo in grado di identificare.
Al di la dell’ispirazione ci è sembrata, tra quelle a cui abbiamo potuto essere presenti, la migliore collezione di Iceberg delle ultime stagioni. Una eleganza più naturale, senza infiltrazioni di Pop Art tanto cara a Paolo Gerani.
Coerente e dallo stile preciso con belle novità nelle linee e nei volumi.
Lo stilista ha ben tradotto lo stile della maison -tra lo sportswear e la couture, sportività e sartorialità-, nelle originali novità dei giochi dei materiali oltre che dei volumi.
Ma dove ha saputo dare il meglio è stato nel creare forme nuove imbottendo i tessuti di piume d’oca, e lavorando con le lane, con risultati sorprendenti di grande effetto.
Ne risulta a volte una silhouette sinuosa, aggressiva quasi felina alla foggia di Catwoman; a volte il corpo è più rigido come rivestito da una corazza simile a quella dei guerrieri del giappone feudale, quelli che Kurosawa ci ha rappresentato in Kagemusha.
Basta osservare le maniche di capispalla piumino o quelle dello smoking, due capi sartoriali arricchiti da ampie maniche imbottite in piuma d’oca.
Anche le spalle degli abiti da sera ricamati sono spigolose, ancora come le armature dei guerrieri.
Ma la collezione non ha una doppia anima, abbiamo detto che è corente. Perché la rigidità di alcuni capi è apparente, si percepisce che il volume è ottenuto con materiale soffice che smorza l’apparenza guerriera. E ciò è in continuità con le forme arrotondate, la silhouette a clessidra, che lo stilista ottiene stringendo la vita con larghe cinture, allorché mantiene la forma balloon nelle gonne e nelle maniche rigonfie, nei colli importanti; o appunto la forma più sensuale e sinuosa degli abiti da sera lunghi in tessuto leggero.
La maglia è tutta una lavorazione a trecce, ed è in questo modo che vengono creati i volumi. Il
lavoro migliore però è quello che si apprezza nell’abito rosso in mohair reso leggerissimo e poi plissettato e nella gonna nera sempre in mohair nero pieghettato che crea effetti come di scanalature.
Dove Paolo Gerani rimane indietro è negli abiti da sera lunghi, e non solo perché utilizza a volte il deplorevole maculato -lo fa anche per altri capi, ma perché è evidente che la sua creatività si esprime meglio altrove.