Campagna pubblicitaria Bottega Veneta p/e 2009
Una ambientazione coinvolgente. L’osservatore è attratto innanzitutto dall’ atmosfera calda delle luci.
Il riverbero chiaro in primo piano sulla pianta, forse eccessivo sulla borsa e sull’abito, si smorza sul tronco e sulla figura di donna in primo piano illuminata parzialmente sul volto.
Poi lo sguardo dell’osservatore procede verso le zone d’ombra dove le immagini si sfumano e solo si indovinano nel riflesso, tronco d’albero e corpo femminile, della grande vetrata del fondo. Un piano più in quà, oltre la prima vetrata si indovina il corpo dell’ uomo.
I protagonisti della storia sono individuati.
Ma ecco che la storia rimane misteriosa e in questo sta la suggestione maggiore che il fotografo Larry Sultan ha saputo creare per la campagna pubblicitaria p/e 2009 per Bottega Veneta.
Viene da chiedersi cosa è successo. Perché lo sguardo smarrito della modella? Chi è l’uomo oltre la vetrata che volge il capo alla figura ferma appoggiata all’albero, anche egli immobile nella penombra eppure illuminato? Quale il legame tra i due? Si intuisce una tensione. Un abbandono? Una momentanea rottura? L’immagine non ci offre altre spiegazioni.
Non basta però analizzare l’atmosfera per giudicare una campagna pubblicitaria di moda. Come si inserisce l’abbigliamento nell’immagine globale? L’abito entra nella storia e diventa parte di essa.
La scelta dei toni di luce è in assoluta continuità con la palette dei colori della collezione Bottega Veneta p/e 2009, calda e tenue: tonalità sbiadite del tè, del rame, dello zafferano e del caramello.
L’atmosfera è sospesa, ma non drammatica. L’abbigliamento è semplice, quotidiano, chic, niente di stridente che faccia pensare al lusso; sì ad una eleganza misurata e calibrata dall’equilibrio e dall’armonia dell’insieme dei pezzi. Solo l’intensa luce sulla borsa richiama l’attenzione e porta a riflettere sul valore del materiale, sulla lavorazione. Tutto ciò risponde allo stile Bottega Veneta, brand di alta gamma, dove il lusso va cercato nei dettagli e nelle lavorazioni.
E’ quindi giusta la soddisfazione del direttore creativo Tomas Maier nei confronti del lavoro svolto dal fotografoL arry Sultan: “È un artista che presta enorme attenzione al dettaglio, attraverso la creazione di livelli di significato, ma i suoi soggetti non sono mai completamente esposti. La collezione stessa rispecchia molto questo metodo, strati di idee-volumi semplici, modelli complessi, dettagli molto personali che svelano superfici delicate e distese”.
Quale femminilità emerge? Una femminilità raccolta, non incline a drammatizzare, che non perde compostezza nel momento della crisi, dignitosa, anche se addolorata. L’eleganza rigorosa del suo abbigliamento è specchio del rigore verso se stessa: non risponderebbe al suo modo di essere, assumere, nella situazione rappresentata, atteggiamenti scomposti che introdurrebbero un disordine nella sua immagine. Figura da cui traspaiono i sentimenti dell’anima, non corpo in mostra: e anche ciò risponde allo stile elegante e misurato d ella comunicazione di Bottega Veneta.