Caro amico, d’estate ti scrivo……
Fino a non molti anni fa uno dei piaceri delle mie vacanze estive era scrivere lettere ad amici, approfittando del generoso tempo a disposizione e di una leggerezza d’animo che induceva a “lasciarmi andare” sulla carta bianca, a donarle un po’ dei miei pensieri , sentimenti, umori. Ora non più. Email, sms, mms e quant’altro hanno preso il posto di foglio e penna, e anche le ferie in sé sono diventate all’insegna della “corsa”, dell’impossibilità di “staccare la spina” del tutto, di concedersi quell’ozio creativo che tanto giova al corpo e alla mente. E’ la modernità, bellezza… direbbe qualcuno. Comunque rimpiango quelle “pie” missive vergate di mio pugno con passione e levità di spirito. E che gioia, che trepidazione, riceverle!
Le lettere vere, quelle con la busta scritta a mano, quelle senza timbro di abbonamento postale, quelle incollate con la lingua, sono capaci di suscitare una tale emozione che prima di aprirle devono essere lasciate un po’ tranquille, finché se ne decanti l’intensità simbolica, il messaggio che assicura che qualcuno ha rinunciato al telefono, ha dedicato tempo, ha cercato quelle parole da dire solo a noi. E per di più utilizzando un mezzo così personale, discreto e rivelatore come la sua scrittura, carica di echi e in grado di evocare immagini e sensazioni intime.
Ora abbiamo ceduto pensieri e sentimenti alla macchina, forse scordando che la penna morbida frusciante è come un prolungamento della mano, per cui il gesto si fa interprete e depositario del pensiero. Di qualità diversa sono i pensieri che si coordinano intorno ad un foglio, che fa tenere gli occhi bassi e la testa appena reclinata in avanti, rispetto a quelli che affiorano con gli occhi sgranati su un monitor, ripiegando un po’ all’indietro la testa: le parole del cuore hanno sempre palpebre basse!
Trovarsi davanti ad un foglio bianco e riempirlo di pensieri e racconti, di descrizioni delle nostre giornate, dei nostri moti d’animo e dei nostri desideri. Parlare di sfumature. Fermare sulla carta i sospiri o gli entusiasmi. Compromettersi, scoprirsi e diventare eterni. Un atto di magnificenza: nello scrivere c’è un impegno emotivo, oltre che materiale, assolutamente diverso da quello del telefono o altri mezzi. Non solo si ha più tempo per riflettere, ma chi riceverà il nostro messaggio avrà anche il piacere di stringere fisicamente tra le mani un foglio di carta, potrà decifrare i nostri sentimenti attraverso la calligrafia e dietro tutto ciò che avremo scritto.
Sentire il profumo ed il crepitio di una carta intestata che viene da lontano o semplicemente un foglio sbocconcellato di vecchio quaderno con la spirale, scritto in fretta in riva al mare o su un prato alpino, lasciarli ingiallire in un cassetto e sapere che ci sono è rassicurante, traccia la nostra storia, ci fa sentire parte del tutto, più umani e veri.
Caro amico, d’estate ti scrivo…