Chapeau!
You can leave your hat on… E’ proprio il caso di dirlo, visto che sono i cappelli della stilista-artista Irene Sarzi Amadè i fantasiosi protagonisti di un originale calendario 2018 che coniuga fashion, arte e beneficienza. Il ricavato delle vendite infatti sarà interamente devoluto alla Fondazione Il Bene Onlus di Bologna, ente non profit che da anni promuove lo sviluppo delle attività di ricerca scientifica, formazione e assistenza nel campo delle neuroscienze, con particolare attenzione alle malattie neurologiche rare e neuro immuni.
Ambientati nei luoghi più suggestivi di Sabbioneta (MN), città patrimonio universale dell’Unesco, gli scatti realizzati dalla fotografa Stefania Casetti intendono rendere omaggio alla creatività senza limiti di un’artista della moda che, partendo dai più disparati materiali riciclati (plastica, iuta, metallo, gomma, ecc.) e contando su una solida tecnica sartoriale, dà vita e anima ad abiti e cappelli degni di essere esposti in musei e rassegne di prestigio (non a caso il modello pubblicato in copertina è esposto al Museo di arte moderna e contemporanea MIIT di Torino). Da sempre in effetti la “visione” di Irene si nutre anche di una forte carica etica, nella consapevolezza che i materiali possano assumere nuovi linguaggi se coerentemente interpretati e combinati in chiave eco-sostenibile.
I capi di Irene, che nel suo pittoresco atelier di Sabbioneta aperto sul mondo lavora per il puro piacere di creare “magie” con le sue mani, sono di per sé opere d’arte istantanee, concepite come silenti architetture senza tempo, incredibilmente “scolpite” in tela di sacco, borse per l’immondizia, zanzariere, spugne, lattine, carta da regalo, bottiglie di plastica, contenitori del latte, fili elettrici, tappi, copertoni di bicicletta, ecc. Così, dagli oggetti rifiutati dalla società dei consumi fiorisce la meraviglia dell’alta moda che abbraccia le principali correnti artistiche del ‘900, dal Futurismo alle avanguardie cubiste, astratte, metafisiche!
Irene Sarzi Amadè, nota a livello nazionale e internazionale per le sue sorprendenti performance di moda che sono vere e proprie installazioni artistiche, è stata definita una “illusionista dell’arte, trasformista della materia” che sembra creare dal nulla splendidi oggetti metamorfizzando l’idea in oggetto con un’operazione interpretativa, che va oltre lo stile per arrivare all’estetica.
Così la bellezza per gli occhi si sposa a quella per il cuore, in una perfetta sinergia di umanità.
“… rallentò il passo per guardarsi intorno. E mentre così faceva sentì che il suo cuore traboccava di gratitudine. Si tolse il cappello… Non è possibile che una varietà così infinita sia necessaria all’economia della Natura, dev’essere per forza la manifestazione di uno spirito universale… E davvero, davvero: Domine, non sum dignus” (Karen Blixen).