Chopard, 150 anni di orologi”¦ senza tempo
E’ tra i marchi di lusso più prestigiosi e ha da poco festeggiato i suoi primi 150 anni. Si tratta di Chopard, celeberrimo produttore di gioielli ed orologi, fiore all’occhiello dell’export svizzero, sinonimo di altissima qualità e sofisticata eleganza.
L’avventura ebbe inizio nel 1860 in un paesino del Giura francese, dove l’artigiano orologiaio Louis-Ulysse Chopard aprì un laboratorio che in breve si conquistò una solida reputazione per la sua professionalità ed affidabilità, al punto da divenire fornitore dei cronometri da tasca delle Ferrovie svizzere e da esportare sino nelle regioni remote di Russia e Scandinavia (lo stesso fondatore intraprendeva lunghi viaggi per presentare le sue creazioni).
Fu il figlio Paul Louis a decidere di trasferire la fabbrica prima a Chaux-de-Fonds e poi, nel 1935, a Ginevra, “cuore” dell’alta gioielleria, dove tuttora l’azienda ha sede. Nel 1963 la maison fu acquisita da Karl Scheufele, storico gioielliere tedesco, che seppe imprimere ulteriore sviluppo al brand Chopard, dando all’azienda una struttura verticale integrata (con design e lavorazioni interamente svolti all’interno) e facendone un’icona dell’alta gamma per eccellenza produttiva, tecnica, creativa.
Oggi sono i figli di Karl – Karl-Friedrich e Caroline (moglie di Fawaz Gruosi, Presidente di De Grisogono) – a portare avanti la tradizione di famiglia nei due rami della gioielleria e dell’orologeria.
Benché l’azienda sia legata ad uno stile classico, è pure molto dinamica sotto il profilo del marketing e, in particolare, della comunicazione, organizzando o sponsorizzando numerosi eventi nel campo dello spettacolo (in primis il Festival del Cinema di Cannes), dello sport, della beneficienza, istituendo anche un proprio museo che “racconta” mezzo millennio di storia degli oggetti segna-tempo (il “Luceum” a Fleurier, nella Svizzera francese, dove ha sede la Chopard Manifacture che produce i “mitici” movimenti degli orologi).
Di fronte alla crisi finanziaria che ha pesantemente colpito anche il solido settore orologiero svizzero, Chopard ha retto bene il business facendo leva sui suoi punti di forza tradizionali, proponendo i suoi prodotti come “object d’art” destinati a durare nel tempo. I mercati principali hanno risposto premiando i valori della “swissness”, a cominciare dagli sbocchi europei ed asiatici.
Ma”¦ di cosa si parla quando si nomina la tradizione produttiva di Chopard?
Solo per citare i tempi recenti, a metà degli anni “˜90 la maison iniziò la fabbricazione di calibri “L.U.C.” (così battezzati dalle iniziali del fondatore), il primo dei quali (cal. 1.96, carica automatica con microrotore e due bariletti) fu montato sul modello “L.U.C. 1860”, fino ad arrivare agli odierni calibri a carica manuale o automatica, con innovative tecnologie come la “Quattro” (quattro bariletti sovrapposti a due a due, che consentono di raggiungere una riserva di carica di 9 giorni) ed il bilanciere “Variner”, la cui regolazione è affidata ad un raffinato sistema a inerzia variabile.
Si distinguono, poi, un tourbillon (cal. L.U.C 1.02), un calendario perpetuo con fasi lunari (da regolare “solo” ogni 122 anni!), il cal. LUC 1.96 QP, un solo-tempo a carica manuale con soluzione “Quattro”, il cal. LUC 1.98 e un crono automatico cal. LUC 11 CF con ruota a colonne e funzione flyback.
I componenti per i movimenti LUC sono sviluppati e realizzati dalla manifattura di Michel Parmigiani a Fleurier, dove è stato costituito un polo ad hoc per l’alta orologeria (Parmigiani, Richard Mille, Chopard, ecc.), che opera su livelli di eccellenza certificata da un apposito marchio (“Qualité Fleurier”), i cui standard sono ancora più rigorosi di quelli di COSC e Punzone di Ginevra.
Infine, non possiamo non sottolineare il largo impiego di pietre preziose che Chopard da sempre fa, oltre che nei gioielli, negli orologi, soprattutto femminili, dei quali il modello più noto è forse “Happy Diamonds”, presentato a Basilea nel 1977, con piccoli diamanti incastonati liberi di muoversi sul quadrante (in realtà contenuti nella camera creata dalla sovrapposizione di due vetri).