Cinquanta sfumature di sole
“Giorni uguali e così luminosi credo brillarono / al sorgere del mondo; fu primavera, allora”. La bella stagione passa di nuovo sulla terra come ai tempi di Virgilio, autore di questi versi cristallini (tradotti da Salvatore Quasimodo: cfr. “Il fiore delle Georgiche”). E poi tornerà l’estate col suo “meriggiare pallido e assorto” di montaliana memoria.
E così, “andando nel sole che abbaglia”, cosa indosseremo? Vediamo, in ordine alfabetico, quali tendenze hanno suggerito le sfilate per la prossima P/E.
Accessori: sì alle cinture alte quasi come bustini, in particolare in stile judo… o, se si preferisce, tipo accappatoio. Ben vengano salutari tacchi bassi ai piedi; passino le zeppe purché leggere e assennate.
Colori: dominano le nuance cipriate, il sabbia sahariano, il blu in tutte le sue sfumature. Si conferma il color block, oggettivato in abbinamenti a tinte forti e contrastanti che passano con nonchalance dall’acido all’acquarello, dai pallori tonali dell’alba agli esotismi del tramonto.
Decori: bentornati ricami, sempre più preziosi e incastonati mirabilmente su tessuti vedo-non-vedo come l’evanescente tulle o l’impalpabile georgette, in buona compagnia di baluginanti cristalli Swarovski, pizzi e macramè tanto più maliziosi quanto più simulano innocenza, un diluvio di frange da Pocahontas oscillanti dagli orli delle gonne, dalle borsette, dagli abiti, ovunque.
Denim: riecco il jeans che strizza l’occhio agli anni Novanta, non lesinando il total look più “democratico”.
Gonne: in tutte le fogge e lunghezze, anche se midi è il non plus ultra. Ammessi cut-out audaci, purché non volgari. Comunque nei tailleur è meglio optare per classici pantaloni.
Patchwork: “scampoli” pregiati di broccato, jacquard, chiffon, pelle, assemblati da talentuose mani sartoriali in nuovi sorprendenti pattern.
Pelle: rielaborata a suon di lavaggi-centrifughe-stirature-colorazioni, tanto camoscio morbido ma compatto, valorizzato da sublimi lavorazioni artigianali/artistiche che osano abradere per conferire valore e valori. Ok a jumpsuit, bluse, trench in suède creativo.
Pelliccia: a dispetto del calendario, morbidi inserti villosi entrano nel guardaroba della bella stagione, così come cappottini quantunque lievi. Alla faccia del global warming e in attesa di una provvida glaciazione!
Plissé: piegoline e asimmetrie, geometrie che alludono a una nippo-cultura nemmeno troppo remota.
Righe: non troppo sottili, dal classico bianco e blu marinaro ai colori saturi dei Tropici.
Seventies: gli anni ’70 sono il vero “tormentone” di stagione, che ritorna in stampe floreali, suggestioni hippy, pantaloni twist, tuniche lunghe fino ai piedi, graziosi merletti.
Sono questi – benché non tutti – i tocchi di stile che ci hanno colpito di più e che suggeriamo per la stagione a venire. In definitiva, possiamo riassumerli per semplicità in due macro-tendenze di fondo: l’una “giovanilista”, per così dire, giocata su uno street style d’avanguardia rielaborato in versione sofisticata, il cui messaggio subliminale è: inventate il vostro look personale ricordando gli anni ’60 e ’70, ma senza cadere nel mero vintage; l’altra all’insegna di un romanticismo contemporaneo che punta su una femminilità decisa e consapevole, che attinge al corredo romanzesco di una Elizabeth Bennet tanto quanto all’armadio esistenzialista di una Simone de Beauvoir.
Ci attendono, allora, giorni pieni di fantasia, promesse di felicità, luce vitale che promana anche dal corpo, “una luce che sa di mare. / Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli / e ne scuoti il ricordo” (Cesare Pavese, “Estate”).