Corpi sognanti la città ideale
Sabbioneta, la “Piccola Atene dei Gonzaga” entrata nel patrimonio mondiale dell’Unesco per i suoi monumenti storico-artistici, celebrerà con una mostra dal 23 al 28 Settembre il grande creativo mantovano Flavio Lucchini, classe 1928, architetto protagonista nel mondo della moda, del design e del Made in Italy a partire dagli anni ’60 attraverso le riviste fashion. In effetti egli fu ideatore e art director di “Vogue Italia Uomo”, “Amica”, “Donna” e, in generale, di tutte le testate del gruppo Condè Nast; talent scout di importanti fotografi come Oliviero Toscani, Giovanni Gastel e creatore del logo di Giorgio Armani.
A Lucchini, ritiratosi dall’editoria di moda negli anni ’80, si deve anche la riqualificazione dell’area della ex-General Electric in zona Tortona a Milano, i cui spazi all’epoca degradati sono stati trasformati in teatri di posa, spazi espositivi e per sfilate di stilisti, gallerie d’arte, ecc., con la realizzazione di Superstudio e un’interazione continua con la città, resa più vivace e culturalmente attiva.
Negli anni ‘90, all’apice della carriera editoriale, la passione per l’arte prese il sopravvento e Lucchini iniziò la sua ricerca estetica. L’abito femminile, “oggetto” attorno a cui per tanto tempo egli aveva costruito riviste di successo, divenne strumento di indagine, di riflessione, in una visione della moda trascendente dal tempo limitato cui è destinata per definizione. La sua “esplorazione” lo portò così ad affrontare i temi legati alla contemporaneità e alla comunicazione di valori e comportamenti: di questo periodo sono, tra l’altro, le sculture di grandi dimensioni, i bassorilievi realizzati con materiali innovativi, la pittura digitale, la grafica.
Con eleganza e ironia, Lucchini attraversa gli anni sperimentando tecniche e materiali: dai post-pop Fashion-Luna Park rilucenti di paillettes, ai Toys di legno o metallo multicolore, ai deificati Totem di acciaio cor-ten, alla serie di pale e sculture Gold in foglia d’oro ai sofisticati Dress-Memory in resina catalizzata, ai grandi Ghost madreperlati, alle ingenue Dolls di resina colorata, fino ai Flowers di poliuretano rivestito, alle Faces, ritratti a rilievo in gesso alleggerito, per arrivare agli ultimi lavori digitali, con burqa e abaya che toccano un tema di grande attualità, l’artista non si distacca mai da quell’universo femminile che nasconde sopra o sotto l’abito mille implicazioni.
Fanno eccezione gli ultimi lavori digitali. Con uno sguardo ormai pago di moda e disincantato, Lucchini pone al Louvre o immagina in Paradiso icone contemporanee come i grandi goleador o star mitizzate al pari di Monica Bellucci, reinterpreta in chiave provocatoria le immagini sacre che ornano le chiese, immagina la città del futuro sulla base dei grattacieli di Dubai.
L’antologica 1990-2012 allestita nel Palazzo Ducale e nel Teatro all’Antica di Sabbioneta (intitolata “Sul sogno del corpo che “abita” nella Città Ideale di Sabbioneta”) rappresenta un omaggio al lavoro di un mantovano radicato nel mondo, ma che non ha dimenticato le sue origini. L’abito idealizzato, metafora della società contemporanea, leit-motiv della ricerca di Lucchini, vuole dunque entrare nella grandiosità degli spazi storici con l’arte contemporanea destinata alla classicità, grazie ad installazioni site-specific in dialogo con le antiche stanze e le tracce del passato che ancora lo anima.
L’evento, organizzato dagli architetti Anna Vergine e Gabriele Fallini, comprende un pregevole catalogo e sarà inaugurato il giorno 22 Settembre (h 18), prevedendo gli interventi delle Autorità, dei curatori, del critico Luca Beatrice e di Gisella Borioli, “regina” di Superstudio.