Cosa è lo stile?
by Simona Borsani
Iniziamo la pubblicazione della rubrica “Note di Stile”.
Vorremmo in questo modo sottolineare di volta in volta -non solo per Lei, ma anche per Lui- capi, accessori, situazioni che portino a definire quello che noi chiamiamo stile.
La rubrica è curata da Simona Como Bersani docente dei moduli dedicati all’eleganza e al guardaroba nei corsi di Stile personale dell’Associazione Moda e Modi.
Cosa è lo stile?
Riteniamo che sia l’interiorizzazione di tutto ciò che per apprendimento, cultura, sensibilità, si è fatto proprio e che appare all’esterno, nel modo di vestire e nei comportamenti. Sinteticamente e contrapponendo il termine ad eleganza e gusto, definiamo lo stile come “un modo personale di rappresentare la propria identità”.
Questa definizione, nella sua sinteticità, è in realtà complessa perché presuppone di aver esaminato a fondo -così succede nello svolgimento del nostro corso-, il termine eleganza. Ma allora ci troviamo di nuovo di fronte ad un altro termine complesso che comporta molte sfaccettature e molte componenti; questo non consente di arrivare ad una definizione, ma solo ad una descrizione di essa. L’etimologia latina ci dice che viene da eligere, scegliere, saper scegliere; ciò apre un ampio percorso personale per arrivare a costruire la “propria” eleganza.
Ritornando alla definizione di stile, la parola rappresentare che abbiamo inserito significa che consideriamo l’abito come uno strumento di comunicazione -“rappresentazione”- dell’identità personale: chi sono, quale ruolo svolgo nella società, quale è la mia personalità e come voglio comunicarla agli altri.
Ci piace citare, all’interno dei nostri corsi, prima di iniziare a esemplificare l’uso dei capi del guardaroba che abbiamo in aula, alcune parole dette dal figlio di Audrey Hepburn. “Stile è un termine complesso dai molti significati. Riferito a mia madre, è l’irradiazione di una bellezza interiore fondata su una vita di disciplina, sul rispetto degli altri e sulla fiducia nell’umanità.
Mia madre amava indossare abiti dalla linea sobria ed elegante perché credeva nel potere delle cose semplici. Se i suoi abiti appaiono senza tempo, è perché dava importanza alla qualità. Se ancora oggi è considerata il simbolo dello stile, è perché, quando trovò il suo modo di vestire e di essere, lo conservò tutta la vita.
Non seguiva le mode, non si reinventava ad ogni stagione. Amava la moda, ovviamente, ma la considerava solo un mezzo per migliorare il proprio aspetto.”
Una recente indagine ha confermato che ancora oggi, a quindici anni dalla sua morte, Audrey Hepburn è considerata una icona dell’eleganza.
Poniamo allora l’attenzione su alcune parole chiave che il testo ci suggerisce.
– Per essere eleganti optare per la semplicità.
Semplicità? Fa rima con banalità, ci è stato fatto notare tante volte. Se risulta tale, però, significa che è una semplicità senza personalità, senza anima, senza quel tocco personale che crea lo stile. “Senza l’eleganza del cuore, non c’è eleganza” sembra abbia affermato il grande Yves Saint Laurent da poco scomparso.
– Dare importanza alla qualità.
Ed allora gli abiti appariranno senza tempo, non necessiteranno di essere rinnovati, sostituiti ad ogni stagione, ma casomai rivisti e svecchiati con dei particolari di moda, i “modificanti”, come dicevano i futuristi.
– Una volta incontrato il “nostro” personale stile, il nostro modo di vestire, conservarlo tutta la vita sarà il segno che abbiamo incontrato il nostro “essere”.
– L’abito è un mezzo per rendere gradevole l’aspetto esteriore; quindi è importante conoscere il proprio fisico per migliorarlo attraverso l’abito. “Gli specchi dovrebbero pensare un po’ prima di riflettere” diceva Jean Cocteau.