Curve…..pericolose
Va verso l’esaurimento la polemica suscitata dalla copertina e dalle immagini interne di Vogue Italia di Giugno. Si tratta di un servizio intitolato Sogno di Donna dedicato, dal punto di vista dell’abbigliamento, alla lingerie. E’ seguito da due colonne di riflessione di Michele Serra No discussion: curvy is sexy, che dovrebbe motivare il servizio fotografico precedente. Di seguito diamo il link alle immagini che la rivista dedica a quelle che chiama donne vere (è sufficiente cliccare sulle precedenti parole sottolineate “donne vere”); ci impedisce di pubblicarle tra le altre cose, oltre che il buon gusto, il semplice buon senso, quello che ci faceva dire “il fine non giustifica i mezzi”.
Vediamo di cosa si tratta. L’intento del servizio sembrerebbe dar seguito alla campagna di raccolta firme, sollevata dalla direttrice di Vogue qualche mese fa, per chiudere alcuni siti pro-anoressia. In quell’occasione qualcuno in rete ha manifestato il dubbio sulla sincerità dell’intento! Una giustificazione alla motivazione delle scelte del tipo di modelle “morbide” sembra sia stata quella di scioccare per provocare una riflessione. Ma una lettura -si tratta di foto- neanche troppo attenta del servizio ne suscita ben altre altre e lo vedremo. In sintesi dovrebbe essere un messaggio anti-anoressia: per essere belle non bisogna essere necessariamente magre, si è belle accettando le proprie misure; anche la forma più tonda ha una sua sensualità e desiderabilità. Ma la giustificazione finisce qui, non può andare oltre.
Infatti la prima impressione che suscita il servizio è quella sintetizzata da un candido lettore intervenuto sul blog che così si esprime: “ma questa è una rivista femminile? Sembra una rivista maschile per me”. Di fatto l’ambientazione delle immagini, la nudità e le posture delle modelle hanno un contenuto erotico molto elevato. E viene da pensare ancora una volta all’utilizzazione del corpo femminile, pur sotto una forma estetica diversa, come veicolo di sessualità esasperata.
Tutto questo pur con l’intento vagamente ironico e provocatorio di cui si è detto prima. Si rischia comunque di cadere in un altro eccesso: non l’anoressia, bensì la sovrabbondante “indigestione” di carne in esposizione per la vendita (che in latino suona con la voce “merce prostituita/messa davanti per la vendita). Senza voler fare del moralismo, non è possibile negare che la linea di demarcazione tra il mostrare delle curve perché possano essere d’esempio ad efebiche adolescenti che in esse mai avrebbero pensato di identificarsi e lo scadere nel suo contrario che rasenta la volgarità, è assai sottile e altrettanto rischiosa. Ma qui si è passata la misura.
Chi vuol sostenere che nelle foto non esista un eccesso di erotismo, rivela sicuramente una consuetudine passiva e indifferente al contenuto delle immagini. In tempi come questi in cui molte voci si sono levate a ritrovare nuova dignità per la donna, ci chiediamo se quello che abbiamo descritto sia corrispondente davvero a questo intento.
L’importante è il risultato. Ma quale si ottiene? Non più donne magre e asessuate, ma donne ipersessuate? Tra i due estremi c’è una terza via: la normalità di una femminilità consapevole.
C’è avvenenza anche nella sobrietà.
Sono perfettamente concorde con quanto scritto.
La bellezza vera, al di là degli stereotipi del modello unico, esasperato, eccessivo, sta altrove.
Si pone in quella giusta dimensione che assomiglia più alla grazia che alla prorompenza.
Hai ragione, Bea!
Aggiungerei però che ciò che maggiormente salta all’occhio è una marcata volgarità .
Dalla padella alla brace!
ho apprezzato l’impegno che è stato messo nel cercare di trasmettere tramite questo servizio l’idea che per essere belle non bisogna essere necessariamente magre. non sono però daccordo su come hanno pensato di farlo: nel servizio ci sono tre donne formose che o indossano lingerie o sono nude. se si vuole fare capire che anche nella moda non bisoga essere necessariamente magre allora avrebbero dovuto farlo usando dei vestiti, facendo capire che esistono abiti che stanno ugualmente bene a una 36 o a una 48. in questo modo secondo me hanno soltanto marcato la differenza fra modelle magre, che possono indossare qualsiasi cosa, e modelle formose, che invece o sono nude o indossano lingerie.penso che già soltanto il fatto di fare un servizio soltanto con modelle formose sia una discriminazione sia per loro,perchè non sono messe sullo stesso piano di quelle che hanno la 36, sia per quelle che hanno la 36 che non sono considerate delle “belle vere”
Comunque sia -anoressico o esuberante, scheletrico o burroso – in tutte e due i casi in primo piano c’è il corpo e scompare la donna. Sembra che non si possa uscire da un cliché sclerotizzato: la donna vale quello che vale il suo corpo. A quando un servizio che valorizzi la donna-donna (non c’è bisogno di aggiungere “vera”, perchè quella falsa è un corpo e non una donna)? La donna che lavora, che si diverte, madre o single, professionista o casalinga, ma SOGGETTO PENSANTE e non semplice OGGETTO EROTICO di voyeurismo …? Sarei felice se Vogue ci facesse scendere ogni tanto dalla carta patinata alla realtà …senza tonfi pericolosi. Firmato: una donna. GRAZIE
Il fine non giustifica MAI i mezzi e chi non vuole i mezzi giusti non vuole il fine vero. Ho un’alunna anoressica e non le farei mai vedere questa cover story per convincerla a mangiare. Vorrei farle vedere che anche il MONDO GLOBALE desidera che lei cresca portando la sua bellezza verso lo splendore della sua anima e della serenità che una donna vera trova nel sentire il suo corpo come PERSONA LIBERA nel vero senso del termine. Che sa dire qualcosa di sè che non sia: “pronta per l’uso!”
Osservando l’immagine della copertina noto i piatti abbondantemente pieni di cibo in contrasto con la tavola elegantemente apparecchiata, la posa, o meglio, la postura non appropriata delle modelle nello stare sedute intorno ad una tavola imbandita e la mia domanda è: quale messaggio si vuole trasmettere con queste foto? Offrire al proprio ospite un lauto ed abbondante pranzo significa offrire implicitamente anche il proprio corpo?
il piacere di condividere il cibo con altri commensali viene meno di fronte ad una più chiara ed esplicita offerta ? personalmente non ho percepito nessun messaggio contro l’anoressia ma anzi, la mercificazione del proprio corpo INDIPENDENTEMENTE dalla “burrosità ” dello stesso…