Dal gioiello alla moda
Ilaria Danieli, giornalista di moda, caporedattore di VogueVanity.it, si racconta a Imore, in un’intervista. Dai suoi inizi alla Condé Nast, passando per il settore degli accessori. Spiega quanto sia importante l’attenzione ai particolari, per capire meglio gli abiti e le tendenze. Un lavoro che le ha fatto migliorare il look.Ilaria Danieli, 39 anni, di Vicenza sembra più una modella che una giornalista. Un misto tra classe, charme, e anche un po’ di mistero negli occhi grandi di ghiaccio, blu scuri, ancora più belli per i capelli lunghi neri e la carnagione chiarissima. Vestita con un abito semplice, dritto, scuro, che evidenzia ancora di più la sua magrezza, un’attenzione particolare agli accessori, dice di amare l’eleganza.
E lo può ben dire: è caporedattrice di Vogue-Vanity, e si occupa di moda via web. L’ho incontrata alle sfilate romane di Altaroma.
Ha cominciato come cronista in un quotidiano di Vicenza, scrivendo di danza, spettacoli, cronaca e cultura, fino a quando ha scelto di seguire il settore gioielleria. Assunta dalla Condé Nast, per cinque anni ha scritto per voguegioiello.net. Da un anno e mezzo è passata al campo, meno settoriale, della moda. Sono in molti, non solo giornalisti, anche stilisti, come Frida Giannini di Gucci, che sono passati dagli accessori al fashion in generale. Gli accessori hanno sempre più spazio e contaminano anche le nuove tendenze. Dal gioiello alla moda: è stato facile?
“Ti offre un’ampiezza di spunti l’attenzione ai gioielli. E’ un mondo che poi contamina anche tutto il resto. Gli accessori sono importanti e ti permettono di vedere l’eleganza del particolare. Sull’accessorio si punta molto. Sono oggetti del desiderio e sono quelli che fanno la differenza”.
Come ti può servire la tua esperienza nel campo dei gioielli?
“Analizzando gli accessori si impara a riconoscere la qualità, a capire quanto bene è fatto quell’oggetto e da chi. Questi mondi culturali settoriali ti danno molti spunti anche per interpretare la moda, che offre visioni più globali e sintetiche”.
C’è differenza tra gioielli e moda?
“Spesso il gioiello è parte integrante dell’abito. In queste sfilate di Alta Moda, per esempio, ho visto tanti “abiti gioiello”. Nel campo dei gioielli però ci vuole molta competenza, conoscenza del prodotto, dei materiali. C’è un rispetto della tradizione e un’innovazione continua. Nella moda invece vedo spesso fenomeni estemporanei, senza background”.
Sei stata alle sfilate di Parigi, ora sei a Roma. Differenza di atmosfera?
“Parigi è la haute couture. C’è quel senso di grandeur, scenografico. Abiti per principesse e dive, che costano anche più di 200 mila euro. A Roma abiti più vicini al gusto della clientela”.
Il messaggio che hai percepito da AltaRoma. A che donna si rivolge?
“Soprattutto a una donna forte, grintosa e dominatrice”
Ti senti così?
“No”.
Cosa hai cambiato nel tuo look, da quando lavori per Vogue?
“Uso più colori. Oso di più. Metto gioielli che prima non usavo, gli anelli per esempio”.
Oggi è vestita minimal, in nero ma dice di osare anche su quel fronte: “Indosso anche pantaloni a fiori vintange che prima non avrei messo”.
Come ti senti più a tuo agio?
“Con abiti dritti, in sbieco, che disegnano la figura, confortevoli”
I tuoi colori?
“Nero rosso e fucsia. Prima vestivo più di nero”
Cosa prendi dalle griffe?
“Gli accessori”.
L’eleganza per te?
“E’ una dote estetico-etica, è l’incontro tra il mondo esteriore e quello interiore, la disposizione verso gli altri. E’ saper leggere la moda. Non copiarla, interpretarla. E poi sapersi fotografare, guardare allo specchio e scegliere il meglio per se stessi”.
Cosa ti dà il tuo lavoro e cosa cambieresti?
“Mi dà la possibilità di mettere in relazione i mondi che amo – il cinema, la letteratura, la fotografia, il costume, la società – con un fenomeno vorticoso ma divertente e vivace come la moda. E poi il mio lavoro mi dà il “pane quotidiano”. Cambierei forse i ritmi, perché spesso è difficile staccare”.