Daniela Gregis: abiti come aquiloni
Nella splendida cornice della Basilica di Sant’Ambrogio, ha avuto luogo la sfilata della stilista Daniela Gregis, che, per l’occasione, ha allestito l’Oratorio della Passione come una “casa di stoffa” sospesa nel cielo, pronta a volare via come un “aquilone” al primo soffio di vento”¦
Nella splendida cornice della Basilica di Sant’Ambrogio, ha avuto luogo la sfilata della stilista Daniela Gregis, che, per l’occasione, ha allestito l’oratorio della Passione come una “casa di stoffa” sospesa nel cielo, pronta a volare via come un “aquilone” al primo soffio di vento”¦
Parlare di sfilata, ed iscrivere dunque l’evento nell’ambito del frenetico mondo del fashion, può risultare fuorviante. Lontani dalle affollate e super illuminate passerelle che animano in questi giorni la città, ci troviamo rifugiati in un angolo quieto di Milano, come sopito all’ora del tramonto e avvolto in una luce calda che dipinge i chiaro- scuri sui drappeggi degli abiti.
L’incedere delle modelle è lento e permette di scrutare attentamente gli abiti che passano davanti al pubblico, sistemato nell’oratorio e nel piccolo chiostro; tutto procede con estrema calma, tanto che a volte si ha una sensazione di staticità e mancanza di fluidità ma l’attesa è comprensibilmente causata dalla dimensione “artigianale” dell’organizzazione, come risulta nel finale, quando i ragazzi e le ragazze che collaborano con la Gregis escono dal backstage per raccogliere i meritati applausi.
Il codice vestimentario che caratterizza la stilista, che ha la sua base operativa a Bergamo, è fatto di volumi molto ampi e di forme che si discostano spesso da quelle del corpo, per ottenere costruzioni sartoriali morbide e geometrie inconsuete.
La poetica della manualità ben si sposa con la scelta dei tessuti naturali, come cotone, lino e canapa, che sembrano costruiti direttamente sul corpo con estrema semplicità e naturalezza.
I colori ricadono nella gamma dei neutri, dal bianco all’ecrù, fino al nero, con note accese come il rosso e il rosa;
nella monocromia dell’insieme compaiono stampe floreali, motivi quadrettati e pois.
Molto capienti le borse, che a tratti sembrano state realizzate amputando da qualche parte l’abito che accompagnano, poi riconfiguratosi per adattarsi alla foggia mutata.
Questa è la poesia che può nascere lontano dai grandi numeri e dall’alta velocità, che, come insegna Bauman, sono nemici del pensiero e allora rimaniamo immersi in questa atmosfera un po’ magica, gustandoci dei deliziosi biscotti( alternativa casalinga al classico aperitivo milanese) immersi nella luce del crepuscolo”¦