Defilé di buone idee a Milano per la primavera/estate 2013
Ci resta il dolce in bocca dopo aver assaporato la fashion week milanese dedicata alla donna per la primavera/estate 2013, i cui numeri riecheggiano ancora nell’aria come festosi squilli di tromba: 15mila presenze, 146 collezioni, 71 sfilate, 2mila giornalisti accreditati e, soprattutto, l’obiettivo realistico di toccare i 60,2 miliardi di euro di fatturato a fine 2012 per il sistema-moda italiano.
L’ottimismo ci sembra giustificato. Quelli visti sfilare in passerella sono stati abiti “colti” e raffinati, ma sempre caratterizzati da una grande vestibilità e da quello stile italiano all’insegna dell’eleganza che, comunque venga declinato, risulta sempre paradigmatico e vincente nel mondo. Bravi tutti i nostri stilisti, che – forse pungolati dalla crisi – sembrano aver rialzato la testa rispolverando la più squisita creatività coniugata al talento del fare! Così estetica e concretezza si sono date la mano proficuamente e con coerenza come i kantiani “cielo stellato sopra di me” e “legge morale dentro di me”.
Chi o cosa ci ha più colpito (e persuaso) a Milano Moda Donna?
Armani, as usual, con le sue linee nette, i suoi colori naturali più che mai, accesi tuttavia da qualche bagliore bronzeo o dorato. Un King George particolarmente incline, oltre ai classici pantaloni diritti, alle gonnelline portafoglio accostate a micro-giacche modellate o a camicie vaporose portate con cinturoni ai fianchi. Il senso del buon gusto e della misura che da sempre lo distinguono hanno “brillato” anche in questa edizione, malgrado il ricorso ad elementi appariscenti come possono essere i cristalli Swarovski o le scarpe dall’aspetto un po’ virile, ma con il tacco metallico.
Nemmeno Prada ha deluso le aspettative di chi la voleva ancora una volta innovativa e “sorprendente”. Infatti Miuccia ha lasciato un segno forte nella percezione del pubblico, a cominciare dal rilancio dell’opzione dei tacchi bassi per scarpine rosseggianti che sembrano (sono?) calzini di pelle con le gale. Ma soprattutto ha imposto il ritorno in grande spolvero della stola, un capo classico svecchiato però con l’applicazione di sofisticati fiori di stoffa, nonché il revival della pelliccia di visone, sebbene in versione “floreale” con addizioni variopinte. Ha pure “reinventato” il tubino nero (vedere per credere!) ed ha messo i fiori anche negli occhiali e sulle borse, le cui cerniere e catene sono persino utilizzabili come bracciali. Prada unica per coraggio e fantasia in nome della professionalità “made in Italy”!
E poi la splendida collezione di Frida Giannini per Gucci. La stilista romana pare aver raggiunto l’apice della maturità espressiva, proponendo forme pulite, architettonicamente perfette, sublimate da vivi cromatismi. Il suo ideale è una donna aristocratica e sensuale, che guarda al futuro, ma ha valori solidi ancorati al passato, come conferma l’evocazione dei pigiami-palazzo di Galitzine, lucenti chemisier dalle maniche a palloncino, tuniche lisce, talvolta con decori vegetali, che conferiscono a chi le indossa una classe speciale. L’outfit Gucci non può che completarsi con calzature magari colorate, dal tacco iperbolico, e borse lussuosissime in cui domina il coccodrillo.
Altrettanto ci ha colpito Roberto Cavalli che ha offerto una sfilata quanto mai sfarzosa, deliziandoci con capi dalle lavorazioni di altissimo artigianato, come gli “iconici” pantaloni a striscioline di pelle laserata effetto “millefoglie” o gli abiti da gran sera neri, assolutamente sontuosi. Tutto in passerella parlava di opulenza, lusso top per una donna che ormai (forse) si trova solo ad Est per possibilità economiche. A questa signora dagli occhi a mandorla, del resto, Cavalli non nasconde di guardare sempre più convintamente, proseguendo nella strategia di apertura di boutique in Oriente.
Felicissimo ci è parso anche il guardaroba femminile di Dolce&Gabbana per la bella stagione 2013. Una collezione perfettamente riuscita nel suo intento di sposare la nordica eleganza formale e la “folle” gioia di vivere mediterranea. Dunque, se la bellezza siciliana continua a trionfare in passerella, ora lo fa senza eccessi e velleità trasgressive, tanto da indossare gonne godet a vita alta cadenti sotto il ginocchio o tailleur lavorati a uncinetto o tubini in rafia nera con intarsi di pizzi preziosi. Stefano e Domenico, quindi, per quanto insistano sui cliché italiani che più fanno presa nell’immaginario degli stranieri, si rivolgono sempre più ad un pubblico il quale, oltre a farsi sedurre, ama “ben vestire” all’insegna del lusso estremo.
Ultima ma non ultima, ci è piaciuta Fendi, “costola romana” del gruppo LVMH, che se da un lato ha confermato la sua brand identity con una collezione focalizzata sulle pellicce e sugli accessori d’alta gamma ispirati al classico, dall’altro ha puntato molte carte sull’innovazione creativa. Così è sua la borsa destinata a diventare un must-have per la prossima stagione: la shopping bag in canvas con tasca esterna in pvc trasparente contenente una Baguette (rosso fiammante). Per quanto riguarda gli abiti, il duo creativo Karl Lagerfeld e Silvia Venturini Fendi ha proposto grafismi d’impatto e geometrie eleganti (il trend di stagione un po’ per tutti, big e non); ha poi concepito straordinarie pellicce rasate così da sembrare velluto, con abbondanza di tarsie di materiali e patchwork cromatici, mentre per le scarpe ha puntato decisamente sul tacco tipo Chrysler Building e borse con dadi di pelliccia appesi. Anche per Fendi la parola d’ordine è diversificare sempre più in ottica di ampliamento del business, ergo dei profitti.
A Milano Moda Donna p/e 2013 hanno vinto, in definitiva, le idee e di queste è (deve essere) fatta la moda, quella migliore. Quella italiana.