Denari
Davanti ad una confezione di collant, probabilmente, tutte le donne si sono chieste, almeno una volta, come mai si ritrovi la dicitura “denari”, o meglio qual è la relazione esistente tra questi ultimi e le calze che ci si accinge ad acquistare o indossare.
La definizione più naturale che forniamo a questo termine è, infatti, quella di strumento economico che può essere mezzo di scambio, unità di conto, riserva di valore e, infine, riferimento per pagamenti dilazionati. Tutto ciò serve, in poche parole, a designare quello che tutti vilmente desiderano, anche se, a detta di molti, non sufficiente per assicurarsi la felicità: soldi, quattrini, contanti, liquidi.
Ma non si esaurisce tutto qui: il denaro è, anche, un’antica unità di misura di peso, corrispondente all’incirca a un grammo. Per i filati, esso rappresenta, dunque, una relazione tra lunghezza e peso: non potendo misurare metricamente lo spessore del filato, poiché spesso deformabile o non circolare, è stato deciso di misurarlo in peso per numero di metri.
Più precisamente, nel caso dei DEN, i metri da prendere in considerazione sono ben 9.000; perciò se un collant ha 15 denari, 9.000 metri del filato con cui è tessuto pesano 15 grammi.
Anche in questo caso, quindi, il denaro ricopre il ruolo di metro di confronto, soltanto che, invece, di indicare la ricchezza o il prezzo, esso fornisce informazioni sullo “spessore” della calza: più basso è il numero di Den e più trasparente è l’indumento.