Di nuovo bianco per Maison Martin Margiela
Martin Margiela, lo stilista belga, che ha fondato la sua Maison a Parigi nel 1989, ama confrontarsi con l’arte. Da sempre. Da quando è stato assistente di Jean Paul Gaultier, a quando disegnò la collezione di Hermès nel 1997. Alcuni suoi lavori sono nei musei, come all’Albert museum di Londra. Note d’arte concettuale anche nella nuova collezione donna primavera estate. Pensata per una cenerentola, a partire dalle scarpe, versione contemporanea?
Martin Margiela, lo stilista belga, che ha fondato la sua Maison a Parigi nel 1989, ama confrontarsi con l’arte. Da sempre. Da quando è stato assistente di Jean Paul Gaultier, a quando disegnò la collezione di Hermès nel 1997. Alcuni suoi lavori sono nei musei, come all’Albert museum di Londra.
Spirito artistico e ribelle insieme, preferisce far parlare le sue creature, non le top model e sceglie modelle sconosciute, non giovanissime, sui capi mette etichette vuote e fa sfilare con i veli
Diventato famoso per il suo modo di intendere i vestiti a cui dà un significato di transitorietà. E’ come se le sue ispirazioni provenissero dai cambiamenti e dagli estremi della vita di tutti i giorni.
Cerca di portare nella moda questo senso di non definitivo. Decostruisce, ricostruisce. Trasferisce agli abiti l’arte concettuale. E riproduce materiali presi a prestito dal pianeta pazzo dell’arte contemporanea.
Conosciuto nel mondo per l’uso insistito del bianco. La Maison Martin Margiela ha fatto del bianco il suo colore feticcio, elemento distintivo.
Un non colore, chiave espressiva dello spirito indipendente di Maison Martin Margiela, utilizzato in una vastissima gamma.
Tutto è bianco: le pareti, le sedie, i mobili e le etichette dei capi, i bicchieri, su cui al massimo compare un numero, mai un nome stampato.
Anche le collezioni, non hanno nome, sono contraddistinte da un numero. Solo la linea 1 (la prima, collezione donna) ha l’etichetta tutta bianca.
Per la primavera- estate donna 2007 la collezione, minimal e strutturata, è esaltata da un surrealismo optical e da un attuale sperimentalismo, in una scenografia tutta bianca, ovvio, senza colore per raccontare meglio gli abiti. Sempre in chiave artistica.
Tema conduttore la tessitura grafica stilizzata, colori e tagli a nudo e uso della stampa. Cerchi concentrici a righe bianche e blu o rosse, come l’immagine di un bersaglio da tiro, posto sia nella parte anteriore dei vestiti che sulla spalla.
I capi sono allungati fino a formare una nuova silhouette, più sottile, accompagnata da asimmetrie esagerate.
I colori sono intensi, blu, neri, rossi e bianchi, sovrapposti a body color carne per esaltare il forte elemento grafico.
Due tipi di giacca: una maschile e un’altra, con silhouette allungata, più aggraziata. In entrambi i casi spalle e revers molto ampi e maniche estese in lunghezza fino all’orlo della giacca. Una maison che anticipa i tempi. Anche perché il designer è un artista. I suoi capi sono al di fuori delle tendenza del momento. Poi molti copiano. Per esempio nelle sfilate degli anni 80 dove dappertutto c’erano i fuseaux, Maison Martin Margiela presentava dei pantaloni palazzo con vita bassa.
Pantaloni 2007? Vita molto alta, la gamba stretta e dritta, da portare con i body, in differenti modelli: in jersey opaco color carne, con maniche a pipistrello o in seta stampato a stelle.
Altro ruolo fondamentale è giocato dai tagli orizzontali, presenti in gonne, pantaloni e abiti, in cui far passare le gambe.
Anche i “Replica”, ossia i capi all’interno della linea 4 (guardaroba per donna ) e della linea 14 (guardaroba uomo), trovati in giro per il mondo, sono stati riprodotti da MMM in modo accurato per mantenerne la forte identità e personalità. Con una seconda etichetta per spiegarne origine, funzione e periodo. E con tessuti il più simile possibile a quelli originali.
La sensazione di trasparenza si rispecchia negli accessori: il plexiglas è impiegato nei bracciali, su cui viene sovrapposta una stella colorata, nei tacchi, donando alle scarpe un effetto cristallo, e come materiale di sostegno in stivali, décolletés e ballerine.
Ma noi donne siamo davvero moderne cenerentole?
Chiedetelo all’ inavvicinabile artista ribelle Martin.