Diamanti: il miglior investimento è indossarli!
L’offerta di diamanti come beni di investimento, sulla falsariga dei lingotti d’oro considerati beni rifugio, negli ultimi anni si è fatta più pressante per effetto della minor redditività di molti prodotti finanziari. E sull’onda di questo fenomeno – supportato da massicce campagne mediatiche da parte di alcuni operatori interessati al lucroso business – si è inculcata nei consumatori l’idea che i diamanti da investimento siano una categoria di pietre preziose a parte, che non hanno niente da spartire con quelle che si montano sui gioielli. E a ciò si è aggiunta la “diceria” che i diamanti venduti tramite determinate banche siano un prodotto finanziario a tutti gli effetti, nonché un bene che circola liberamente e quindi non è soggetto a imposte sui capital gain.
Ha quindi suscitato notevole scalpore la notizia delle sanzioni inflitte a fine Ottobre dall’autorità Antitrust a imprese e banche per le modalità di offerta dei diamanti da investimento, ritenendole “gravemente ingannevoli e omissive”. In particolare la multa (oltre 15 milioni di euro) ha coinvolto IDB (Intermarket Diamond Business) e DPI (Diamond Private Investment), insieme agli istituti di credito con cui le due società operavano.
Comunque non ha senso – o meglio, non dovrebbe averne – distinguere tra diamanti da investimento e “diamanti da gioielleria”, per così dire. In effetti, per acquistare un oggetto prezioso, che sia una gemma o un gioiello, il luogo migliore resta la gioielleria: chi meglio di un gioielliere professionista può fornire le informazioni giuste? Va da sé che i gioiellieri si stanno battendo da tempo per valorizzare la propria competenza anche nell’ambito delle pietre preziose e per esigere che le società di intermediazione in diamanti, che operano mediante il canale bancario, garantiscano trasparenza sulle condizioni praticate, specialmente sui prezzi di acquisto e di vendita, nonché sui presunti rendimenti.
Da anni le associazioni di categoria dei gioiellieri (Federpreziosi in primis) sottolineano che i laboratori gemmologici di cui si avvale il settore orafo sono gli stessi ai quali ricorrono coloro che propongono sul mercato diamanti da investimento (si dica una buona volta che tali gemme non sono altro che quelle utilizzabili per creare gioielli!).
Del delicato e controverso tema si è occupata più volte anche la trasmissione televisiva di approfondimento giornalistico “Report”, evidenziando tra l’altro le difficoltà sussistenti nella ricollocazione dei diamanti quando si desidera rivenderli, poiché di fatto il contratto di compravendita non prevede l’impegno al riacquisto da parte della diamond company, la quale assume un mero mandato alla vendita senza garanzia di riuscire a portarlo a compimento.
In pratica, da più parti si è cominciato a rimarcare che i cosiddetti diamanti da investimento sono illiquidi, ossia non è possibile rivenderli a piacere, e la loro rivalutazione nel tempo è un rebus, tanto più che non esiste neppure un fixing che ne determini ufficialmente la quotazione (ci sono solo stime periodiche di riferimento fornite dagli operatori stessi!). Inoltre, chi propone i diamanti fa presente che occorre detenerli per almeno 7 anni; del resto, per cominciare ad ottenere un utile bisogna prima recuperare gli ingenti costi di acquisto su cui gravano un’IVA del 22% e una commissione del 3% circa per l’intermediario.
Il Direttore di Federpreziosi Steven Tranquilli (ente di rappresentanza dei gioiellieri) ha sottolineato l’importanza di informare e sensibilizzare il consumatore sul valore dell’acquisto di diamanti presso chi è realmente specializzato nel settore, mettendo in guardia da chi, spacciandosi ingiustificatamente per leader di mercato, ha portato avanti una comunicazione opaca e tendenziosa che ha finito per ingenerare perplessità e incertezza nel cliente. La conclusione di Raffaele Maino, Presidente dell’Istituto Gemmologico Italiano e già Presidente della Federazione Nazionale dei Commercianti di Pietre Preziose (Federpietre), è: “Chiamare prodotto finanziario un diamante è lesivo degli interessi di consumatori, commercianti di gemme, gioiellieri. D’altro lato, investire in diamanti una ragionevole parte dei propri risparmi è una scelta positiva, a basso rischio e profittevole nel lungo periodo nella misura in cui ci si rivolge per l’acquisto a professionisti competenti, come possono essere i gioiellieri appunto, che ben conoscono il mercato e – cosa non di poco conto – hanno una reputazione da difendere”.