Divertiamoci con Iceberg
Paolo Gerani scherza con la moda. Scherza tanto da farne un gioco, dove i cartoon di Mickey Mouse, riprodotti sugli abiti, influenzano l’approccio alla collezione.
Intervistato per Imore, ammette che preparare la collezione è stato come giocare, ma sulla base di un lavoro di ricerca tra vecchie carte che un marchio storico come Iceberg conserva: “La collezione si ispira al lavoro di archivio che abbiamo fatto. Abbiamo preso due momenti diversi del marchio, il momento pop e il momento cartoon. Abbiamo messo tutto insieme, immaginando Mickey Mouse che fa un Safari e abbiamo giocato intorno a questa idea usando inoltre tanta maglia. Mickey Mouse finisce con l’influenzare la linea dei capi; naturalmente ne viene fuori una silhouette e un prodotto abbastanza giovane”.
Non c’è dubbio: è questa la nota più caratteristica della collezione.
Topolino, riprodotto ossessivamente sui capi anche di maglia o a rendere meno audaci le trasparenze, diventa ispiratore di una silhouette surreale dove le orecchie del personaggio disneyano costruiscono le spalline alte e piatte delle giacche, disegnano nuovi profili su shorts e tubini o sulla scollatura del tubino bustier. Un divertissement, che smorzato dal tono enfatico proprio della sfilata, può senza dubbio trovare posto e rendere giovane e ironico un capo Iceberg.
Ma, ci diceva Gerani, Topolino è in un Safari, magari solo cittadino, ed ecco allora, a far compagnia al personaggio, capi a stampe animalier e sahariane.
Interessante la seconda parte della collezione, anche se meno inserita in questo contesto avventuroso: sono i capi in maglia tessuta a rete con intarsi a effetto mohair ed intarsi di pelle borchiata.
Ecco altro motivo ricorrente nella collezione: l’utilizzo delle borchie di diametro diverso, sui tessuti a fare effetto pois e poi sui capi in pelle, sui giubbini a intarsi; sul trench corto maculato, rosa shoking o verde, che è quasi una sahariana lunga, per sostituire i bottoni. Borchie anche piccolissime su una morbida blusa; borchie sulle baschine delle gonne; fili diagonali di piccole borchie per decorare la gonna dell’abito drappeggiato, stampato in parte maculato verde, in parte spennellato di rosa. E poi sugli accessori, sulle grandi borse, sulle alte cinture.
Al di là del giudizio sulla collezione, bisogna riconoscere che Paolo Gerani mette passione e interrogato su un presunto abbandono dell’ufficio stile ci tiene a sottolineare. “Non ho abdicato. E’ un lavoro che faccio da molto tempo e che mi piacerebbe continuare a fare, ma con una tempistica molto più ridotta. La gestione di un’azienda impone anche altre scelte e attenzione ad altro. Abbiamo progetti nuovi, un imprenditore per missione deve guardare al futuro. Bisogna avere idee nuove perché credo che questa crisi così importante possa essere superata lavorando molto più di prima. Ma da parte mia non tralascerò mai di mantenere l’attenzione verso ciò che ci porta al mercato: non mollerò mai totalmente lo stile”¦. ”