Dolce Vita a Parigi con Fernanda Gattinoni
Una mostra da sogno. Che racconta, attraverso gli abiti leggendari creati per le celebri dive del cinema negli anni ’50, il rapporto che la grande stilista Fernanda Gattinoni ebbe con loro, passando dagli indimenticabili vestiti in stile impero di Audrey Hepburn alle petites robes noires di Anna Magnani.
E così, mentre ad AltaRoma Gattinoni fa sfilare una modella imbavagliata, in abito bianco stampato con pagine di giornali (“E’ il mio modo per inneggiare alla libertà di stampa” ha dichiarato il direttore artistico della maison Guillermo Mariotto), a Parigi è in corso un’importante mostra dedicata alla compianta Fernanda, pioniera dello stile italiano. L’evento, che mira a ripercorrere la storia di “Moda e stelle ai tempi della Hollywood sul Tevere” (come recita il titolo), è in programma fino al 30 Luglio, per poi spostarsi a Roma al Museo Ludovisi-Boncompagni (in Gennaio 2011), quindi a Berlino e infine ad Atene.
La rassegna parigina, allestita presso l’Istituto Italiano di Cultura, è curata dalla giornalista Sofia Gnoli e realizzata grazie all’archivio storico dell’atelier romano (uno dei più rilevanti della nostra couture).
Fernanda Gattinoni, scomparsa nel 2002 a 96 anni (età che non le impediva di frequentare tutti i giorni il suo mitico atelier romano di Via Marche, da cui era passato il jet-set internazionale in ogni epoca), resta una pietra miliare nella cultura della moda italiana, avendo avuto il merito – al pari di altri sommi sarti-designer “romani” come le Sorelle Fontana ed Emilio Pucci – di insegnare alle donne del Belpaese i fondamenti dello stile.
Formatasi a Londra e Parigi da Molyneux, dopo aver rifiutato di diventare una “mademoiselle” di Coco Chanel (di cui non tollerava la volgarità verbale ed il tabagismo), Fernanda nel 1944 creò a Roma una sartoria col suo nome, che ben presto cominciò ad essere frequentata da nobili, registi, artisti (fra cui Renato Guttuso), first ladies (come Evita Peron) e mogli di alti diplomatici (Claire Boothe Luce). Ma furono soprattutto le attrici le massime estimatrici ed ambasciatrici nel mondo dello stile Gattinoni. A cominciare dalla splendida Ingrid Bergmann, presentatale da Roberto Rossellini nel 1950, per proseguire con Bette Davis, Marlene Dietrich, Kim Novak, Liz Taylor, Lana Turner, Gina Lollobrigida, Monica Vitti, Lucia Bosè, Anouk Aimée, Rossella Falck, oltre alle già citate Hepburn e Magnani. Per loro Fernanda fu anche una cara amica ed un’attenta consigliera, che impartiva lezioni su come muoversi e perfino come sorbire il caffè.
Ed a tutte loro, in effetti, è dedicata la mostra in corso a Parigi in Rue de Grenelle, la quale celebra il percorso storico-culturale della maison Gattinoni, oltre che con abiti, con bozzetti d’epoca, foto e video, rendendo appieno l’atmosfera della Dolce Vita capitolina.
L’esposizione si apre con i capi del guardaroba privato e con i costumi di scena dei film “Europa “˜51” e “Fiore di cactus” interpretati dalla Bergman, per poi passare a quelli dei film con Lana Turner (“La fiamma e la carne”) e con Kim Novak (“Casanova”), per arrivare alla collezione di Anna Magnani. Una sezione speciale è riservata ad Audrey Hepburn (indimenticabile Natasha in “Guerra e pace”).
Fernanda Gattinoni nel 1981 si fece affiancare nella sua attività dal figlio Raniero, prematuramente scomparso, e da Stefano Dominella (attuale Presidente dell’azienda), decidendo di lanciare anche varie linee di prêt-à-porter. Ma la stella polare della maison rimase l’haute couture, di cui Fernanda fu sempre la vera anima sino alla fine, continuando ad elargire disposizioni e suggerimenti, creando prima e consolidando poi uno dei più grandi miti italiani.