Donne influenti
La rivista americana “Forbes”, nota per le sue classifiche dei personaggi più ricchi e influenti, ci ha incuriosito stilando, tramite il sito web “Forbes Life”, un elenco delle 12 donne che hanno inciso maggiormente sulla moda italiana con “coraggio, intelligenza e imprenditorialità”. A parte l’opinabilità di simili parametri di scelta, vale comunque la pena soffermarci sulle figure delle “rivoluzionarie” del fashion system nazionale.
A cominciare da Miuccia Prada, ça va sans dire, che la stessa testata d’oltreoceano aveva giù incluso nella lista delle donne più facoltose del pianeta, collocandola al 12° posto (grazie ai suoi 11,1 miliardi di dollari), e classificandola come la terza persona più ricca in Italia nel 2014. A Miuccia viene reso merito di aver assunto le redini dell’azienda di famiglia e di averla trasformata da griffe artigianale a colosso multinazionale integrando al valore manifatturiero contenuti di moda mirati, capacità imprenditoriali e strategie di marketing vincenti. Va aggiunto, a onore della stilista milanese, che lei è tra le poche “Paperone” dell’elenco ad essersi aggiudicata tale status col proprio lavoro e non per mezzo di un’eredità dai molti zeri.
Un’altra italiana che, secondo “Forbes” ha cambiato la moda tricolore è la giornalista Anna Dello Russo, ora consulente creativa di “Vogue Japan”, già descritta da Helmut Newton come “maniaca della moda”. Fashion editor di lungo corso nella galassia di “Vogue” (è stata anche direttrice di “L’Uomo Vogue”), un paio d’anni fa ha proposto lei stessa, in qualità di designer, un’estrosa collezione di accessori femminili per H&M; in precedenza aveva pure lanciato un suo profumo chiamato “Beyond”.
La “scuderia” di “Vogue” piazza nella classifica di “Forbes” anche Franca Sozzani, potente direttrice di “Vogue Italia”, colta e versatile come una letterata rinascimentale (a cui sembra pure somigliare fisicamente), innovativa e attenta a tutti i fenomeni sociali. Ambasciatrice Onu e organizzatrice di eventi benefici, è pure un’instancabile promotrice di iniziative per il lancio di giovani fashion talent. A lei poi si deve, nel febbraio 2010, il lancio del sito internet Vogue.it, il primo portale al mondo intestato al famoso magazine di moda.
Ma c’è anche una seconda Sozzani che è entrata nella prestigiosa lista di “Forbes Life”: è Carla, sorella di Franca, al pari di lei abilissima nel mixare la cultura con le arti visive e la moda. Già direttrice di numerose riviste – “Elle”, “Vogue Gioiello”, “Vogue Pelle” – non a caso ha inventato il blasonato “10 Corso Como”, primo esempio di concept store milanese, da decenni “crocevia” della moda internazionale. Come una musa omerica, ispirata-ispiratrice di stili dotata di un fiuto speciale, quasi profetico, per le tendenze, Carla Sozzani, che ama vestire in modo estremamente sobrio privilegiando il nero, negli ultimi anni ha saputo comprendere e guidare come pochi il gusto e lo stile del Belpaese e non solo.
Di Eva Cavalli, ex-moglie dello stilista Roberto, non tutti forse sanno che è la vera anima creativa del brand, nonché il motore commerciale dell’azienda fiorentina. Dietro il successo planetario del “fenomeno” Cavalli, quindi, c’è sostanzialmente questa donna statuaria (è stata Miss Austria e Miss Europa), che con il suo design ultra-sensuale è stata capace di valorizzare la femminilità a colpi di stampe colorate e di tagli sartoriali sapienti. Eva ha pure ideato alcune campagne pubblicitarie rimaste scolpite nella memoria, che hanno coinvolto i più noti fotografi e top model.
A Silvia Venturini Fendi, direttore artistico degli accessori Fendi dal ’99, quando il brand è entrato nella galassia Lvmh (direttore artistico della moda donna è invece Karl Lagerfeld dal lontano 1965), si deve la creazione di bag iconiche assurte a simbolo di generazioni di fashionistas. Erede di una dinastia dello stile tutta al femminile, nipote della fondatrice del marchio (Adele, che costituì la maison nel 1925), Silvia è anche Presidente di AltaRoma, con la quale aspira a riportare la grande moda italiana ai fasti del Novecento, e infine è diventata produttrice cinematografica di grande successo.
Responsabile dell’ufficio stile della maison che fu del padre Nicola, prematuramente scomparso nel 1999, la 35enne Gaia Trussardi, che si definisce “creativa e razionale” ma sogna una vita “parallela” da rockstar, si occupa di ben sei collezioni, la prima e la seconda linea (Tru-Trussardi) uomo e donna, quella denim (un tessuto al revival del quale ha fortemente contribuito), oltre agli accessori. La bionda Gaia, che è anche “volto” della campagna per il profumo “My Name”, ha poi dato vita al marchio Ludicious, fatto di abiti e accessori per una donna giovane e ironica, non di meno concettuale, ed ha previsto il lancio di una nuova licenza di arredamento per la casa.
La proprietaria dell’agenzia “I Love Models Management” Patrizia Wasserman è una delle più autorevoli “fornitrici” di super-modelli agli stilisti italiani e non solo. Garbatamente professionale, dotata di piglio manageriale e vero entusiasmo, Patrizia ha alle spalle decenni di carriera, orgogliosa di rappresentare “divinità virili” di ieri e di oggi come Jon Kortajarena, Andres Velencoso, Simon Nessmann, Werner Schreyer, Roch Barbot, e ancora Baptiste Radufe, Guerrino, Bastiaan Van Gaalen.
La top-model Lea T, figlia del calciatore brasiliano Toninho Cerezo, cresciuta in Italia dove tuttora vive, oltre che per il suo cambiamento di sesso e di nome è nota per il forte temperamento che le ha permesso di salire sulle più importanti passerelle internazionali (Riccardo Tisci, di cui Lea è anche assistente personale, l’ha scelta come volto di Givenchy). Apparsa sulle copertine delle riviste patinate di tutto il mondo, nel 2011 è entrata nella lista delle 50 indossatrici più pagate al mondo, classificandosi 40esima. Autrice di libri, personaggio televisivo di grande popolarità, è stata anche testimonial di Philippen e Benetton.
Non mancano nella lista di “Forbes Life” le perfette p.r. quali Karla Otto (tedesca d’origine, ex-modella), Noona Smith-Petersen (nata in Danimarca), Emanuela Schmeidler (italianissima, stratega di storiche campagne di Gianni Versace), ognuna delle quali a suo modo è una “regina” della comunicazione e dell’organizzazione di eventi nei settori della moda, del design e dei beni di lusso in generale. Vere “signore della comunicazione”, tutte con quartier generale a Milano, si sono dimostrate in grado di creare e portare al successo delle corazzate multinazionali delle relazioni pubbliche. E tutte vantano port-folio ricchi di nomi eccellenti del fashion system, avendo il loro punto di forza nel lavoro sodo, a cominciare dal rapporto personale con stilisti e stampa worldwide.
Qualcuno dei nostri lettori potrebbe non essere d’accordo con la scelta di “Forbes”, preferendo indicare altre donne che più (o meglio) hanno influenzato la moda italiana. Per ricondurre tutti all’unanimità, concludiamo con la menzione di una mostra che si è conclusa nel Gennaio scorso a Palazzo Madama a Torino, e che forse avrebbe meritato più attenzione e considerazione. Titolo: “Affetti personali. Storie di donne e di moda”, con oltre 100 abiti, scarpe, guanti, cappelli, bijoux, per raccontare la storia del costume dal 1920 al 1990, attraverso i ricordi di coloro che li hanno posseduti e donati al museo torinese per il progetto “Torino un secolo di moda”. Grazie a questo evento è stato possibile riscoprire le attività che hanno reso celebre Torino quale capitale dello stile prima di Firenze, Roma, Milano. In particolare, la rassegna sabauda ha narrato in presa diretta l’evoluzione della moda attraverso le proporzioni degli abiti, la fortuna di nuovi materiali come il nylon, la predilezione per alcuni colori. Insieme agli oggetti, preziose sono state le testimonianze raccolte: i racconti personali di chi ha lavorato negli atelier del ‘900, unitamente ad attrezzi e fotografie, vetrine e sfilate. Sono emersi nomi di sartorie come Pozzi, Badolato, Longo e Comollo, insieme alle grandi modisterie. Hanno colpito i visitatori soprattutto le splendide scarpe: quelle in raso di Beltramo, quelle di Bartolomeo Cavallera (stimato da Ava Gardner) e le calzature-gioiello di Aldo Sacchetti, creatore di modelli incredibili, come le scarpe fatte solo di suola, con tacco alto, e calza con la giarrettiera. Allora, ecco chi ha influenzato di più la nostra moda forse: le tante donne italiane che nell’anonimato, discretamente e intimamente, hanno indossato e valorizzato giorno dopo giorno abiti e accessori “belli e ben fatti”, quegli stessi che ancora oggi custodiscono il ricordo di un momento felice, l’emozione di un incontro importante o la memoria di una persona cara.