Due mostre ad Altaroma luglio 2017: “Vanitas” e “Drops of Italian glomour”
Altaroma luglio 2017. Va cercata nell’ inossidabile fil rouge che lega passato e presente, la ragion d’essere delle due mostre allestite nella penombra silenziosa e (semi ) solenne di uno spazio dedicato lontano dal trambusto delle sale dei défilé.
Memorie. Un tuffo nella storia degli uomini e dei mutamenti sociali letta attraverso una selezione di abiti e dipinti.
Rimembranze storiche con protagonista l’abito per “ Drops of italian glamour”, la prima delle mostre in programma. Dopo esser stati esposti a Rio de Janeiro, Lima, Hasselt e Londra, nell’ambito della mostra “The Glamour of Italian Fashion (1945-2014)” presso il Victoria & Albert Museum” una selezione di pezzi esclusivi è finalmente approdata nella capitale.
Si tratta di quaranta abiti, da giorno e da sera, creati da couturier italiani, scelti dall’archivio Quinto Tinarelli, raccolta tra le più grandi in Europa, che conta allo stato attuale oltre seimila modelli. Un percorso espositivo che ha voluto raccontare l’essenza dello stile del XXI secolo, valorizzando lo sviluppo storico economico e culturale del paese.
Molte le firme importanti dell’Alta Moda esposte. Da Valentino a Roberto Capucci ,da Sarli a Roccobarocco a Gattinoni, da Gucci a Romeo Gigli, passando, tra gli altri, per Alberta Ferretti, Anna Molinari e Fendi.Molti gli esemplari che hanno in passato vestito meravigliosi corpi di celebri mannequin, star del cinema ed icone del jet Set internazionale: da Kate Moss a Naomi Campbell a Brooke Shields, tanto per citarne alcune.
La seconda“VANITAS. L’abito tra il sacro e il profano” ha raccontato l’evoluzione del costume stimolando alla riflessione su come un parametro esteriore possa fungere da discriminante identificativo di un ruolo sociale. Vanità. Intesa come attenzione a ciò che è in superficie, all’ immediatamente visibile, a ciò che è fatuo. Una mostra che poteva nascere solo a Roma, tanto poco cristiana, quanto tanto clericale.
Il progetto ha visto l’esposizione di preziose vesti ecclesiastiche celebranti il prestigio delle alte cariche religiose accanto a mise di couture ad ispirazione sacerdotale ideate da importanti Maison. Hanno dato bella mostra di sé abiti disegnati dal duo Dolce &Gabbana, Krizia, Christian Dior by Ferré, Ognibene Zendam, Courtesy Collezione Quinto Tinarelli ed un meraviglioso esemplare da papessa di Gattinoni Couture.
Accanto ai vestimenti, l’esibizione di una serie di pregevoli ritratti a soggetto sacro e profano datati tra la fine del ‘700 e i primi anni del ‘900 ha ammaliato le menti consentendo chiara lettura della metamorfosi umana attraverso i mutamenti delle espressioni e delle pose dei soggetti dipinti. L’in tera collezione, appartenente ad una importante famiglia romana di antiquari e storici d’arte, è stata arricchita dalla messa in scena di due “studioli” corredati da antichi volumi, paramenti ed ostensori attribuibili con l’immaginazione a due soggetti: uno studioso e un ecclesiastico.
La storia dunque, letta tra le righe della moda. La moda, come racconto dettagliato e preciso dell’evoluzione e dell’involuzione umana.