E la chiamano estate…
“Un tuffo nel cielo d’estate”¦ E’ tempo di correre al mare”, cantava il poeta.
Anche noi, per quanto in prosa, salutiamo l’arrivo dell’estate, stagione di vacanze per eccellenza, levando lo sguardo al mare, al nostro bel mare “color del vino”, come direbbe Omero.
Anziché, però, parlare di bikini, pareo e beach look in generale, vogliamo occuparci di quell’imprenditorialità fashion che, ansiosa di diversificazione, con la sua onda lunga non si limita a lambire il campo della nautica, del turismo, dello svago tout court, ma lo sta invadendo. Almeno a livello luxury.
In effetti, sugli yacht di prestigio sono sempre più gettonati gli stilisti oltre agli architetti e designer di fama come Philippe Starck, Getulio Alviani, Norman Foster. Il must degli ultimi anni è l’equazione lusso uguale spazio, per cui aumentano i volumi a bordo, e simmetrie e geometrie fanno da contorno ad un décor minimal-chic che mira a recuperare il legame con l’esterno, ovvero con l’elemento marino. Così ora, se sui nuovi palazzi galleggianti ad impressionare non è più il “bling-bling” dell’opulenza aurea (ricordate i rubinetti e le maniglie d’oro del sardanapalico “Nabila” di Kashoggi in perfetto stile Roaring Eighties?), ad attrarre l’attenzione è lo stile complessivo dell’ambiente, che si esprime soprattutto in arredi e complementi originali da raffinato home design (immaginate un attico di Manhattan off-shore).
Era logico, quindi, che molti cantieri, per assecondare il nuovo trend, cominciassero a coinvolgere gli stilisti di moda, da Ralph Lauren a Roberto Cavalli, da Elie Saab a Giorgio Armani, solo per nominare i primi che si sono dedicati alla griffe di imbarcazioni.
Comunque, il lusso segue pure altre rotte, non esitando ad andare controcorrente per soddisfare i capricci dei committenti. Ad esempio, il patron di Oracle Larry Ellison si è fatto costruire su uno dei suoi megayacht un campo da pallacanestro, mentre il co-fondatore di Microsoft Paul Allen ha installato un vero e proprio studio di registrazione a bordo del suo “Meduse”, nonché attrezzature subacquee, un elicottero e persino un mini-sottomarino in grado di scendere a 300 m di profondità. E se c’è chi ha preteso una sala cinematografica, c’è anche chi ha ritenuto indispensabile trasferire al largo una sorta di museo d’arte zeppo di quadri preraffaelliti (lo spazio non è un problema, visto che il natante in questione è un colosso di 90 metri).
Oggigiorno è anche possibile, se non possedere, almeno prendere a noleggio uno yacht di qualsiasi dimensione come il “Christina O.”, che appartenne ad Aristotele Onassis ed ospitò a bordo personaggi del calibro di Winston Churchill, John F. Kennedy, Maria Callas, o il “Savarona” di 136 metri (per molti anni usato dal Presidente turco Ataturk come panfilo di rappresentanza), sul quale si trova nientemeno che un bagno turco ampio 140 metri quadrati per depurarsi delle tossine accumulate col “logorio della vita quotidiana”.
E una volta scesi a terra che si fa, tanto per restare in tema di vacanze di lusso? Come rifugio dorato si può scegliere in giro per il mondo un fashion hotel sempre firmato dai più noti stilisti, a cominciare da Mariuccia Mandelli in arte Krizia, che fu tra i primi a credere nel lifestyle, ovvero a tradurre la sua estetica in un modo di vivere (c’è lei dietro il mitico “K Club” di Barbuda), per proseguire col “Palazzo Versace” arredato da Donatella a Gold Coast in Australia ed il “Burj el Arab” di Dubai (a forma di vela). A Dubai possiamo anche deliziarci in “Hotel Armani”, a Edimburgo (Scozia) in “Hotel Missoni” con arredamento di Rosita, mentre a Roma è imperativo scendere al “Portrait Suites” in stile Ferragamo. E potremmo citare ancora Moschino, Alberta Ferretti, Paolo Gerani, Christian Lacroix, ecc.
Tra le mete haut-de-gamme, è scontato rilevare che continua il boom delle beauty-farm, specie quelle dei resort più esclusivi, che stanno percorrendo strade ad astronomico tasso di innovazione, donde le proposte di trattamenti assolutamente originali: dalle cure vinoterapiche a base di rubicondo Bordeaux a tonificanti manipolazioni con olii aromatici rari, dai massaggi tra i fiordi scandinavi alla talassoterapia tra le dune del Sahara. Insomma, l’importante è partire con tanti sogni”¦ tanti soldi, naturalmente! E se in Sudafrica lo Tsala Treetop Lodge immerso nella foresta vicino a Plettenberg Bay offre eleganti suite costruite su palafitte, oltre a raffinatezze d’ogni tipo, a New York qualcuno si è inventato la lussuosa suite post-divorzio per i suddenly single bisognosi di conforto, psicanalista incluso (l’idea è di “Envoy Club”).
Dunque, non si può che concludere l’articolo col caldo commento musicale di Bruno Martino: “E la chiamano estate / questa estate senza te/ “¦ / il profumo del mare / non lo sento non c’è più”.