E ora, la gonna!

Alberta Ferretti

Dopo il minimalismo e l’androginia, eccole lì, più belle che mai: per l’estate, si ritorna in gonna. Ma attenzione: la mini per l’estate è superata, la moda non guarda in faccia nessuno e procede spedita per la sua strada. Ricordate Grace Kelly e Jacqueline Kennedy? Eccola lì: dopo anni di androginia e minimalismo, per la primavera ritorna in primo piano, evocando allure e dolcezza.

Alberta Ferretti

Stiamo parlando della gonna, indispensabile pezzo nel guardaroba di questa primavera, che se in passato è stata stravolta e accorciata fino a rasentare il ridicolo -specie se lontano dalla passerella- ora recupera in femminilità, puntando non a essere valorizzata dalla silhouette che la indossa, ma a rendere glamour colei che la porta. Che è quanto ogni vestito dovrebbe fare. Oltre proteggere dal freddo.

Etro

Da dimenticare la gonna grigia da ufficio, che cade rigida sui fianchi e va bene sempre: è la volta di osare, con la fantasia soprattutto. L’ispirazione può essere molteplice: folk, animalier, etnica, di sangallo, pizzo con incrostazioni di paillettes e ricami, impreziosita da frange o tagliata obliqua”¦non resta che scegliere. Ammessa la tinta unita, purché di colore deciso.

Etro

Etro mescola sapientemente cromatismi dal sapore orientale intonati agli accessori e affianca al rigore di una giacca a stampa etnica e materica il candore assoluto della gonna impreziosita da volant e balze, mentre Alberta Ferretti suggerisce due modelli differenti tra loro ma che recano chiara l’impronta della stilista: chic, colore e tocchi glamour.
Questo quanto la moda detta, a ciascuno la libera interpretazione.

Alberta Ferretti

Tenendo presente il fil rouge dell’eleganza, che, insieme al colore, torna in primo piano. Se da un lato infatti si osa nella fantasia e nella scelta della stampa, dall’altro non accade altrettanto con la lunghezza e il taglio: sempre sotto il ginocchio, che sia svolazzante e a ruota o aderente e sfiancata. Si aborrisce -verrebbe da dire, era ora!- la sensualità volgare, e ostentata, trionfa il bon ton mescolato a fantasia e ricordi di viaggio.