E’ sobrio l’autunno/inverno di Krizia
Krizia dorata per l’A/I 2012-13. L’ aspettativa era quella di opulenza, data la cartella stampa incisa su un fondo oro, allo stesso modo del grande logo che abitualmente campeggia sullo sfondo della passerella per suggerire il colore dominante nella collezione.
Invece non è così.
Mariuccia Mandelli dichiara che la moda del prossimo inverno sarà all’insegna di una nuova sobrietà: nuova ma segnata dall’inconfondibile mano della stilista Krizia; nuova perché apparente; nuova perché priva dei volumi e delle architetture di sempre; nuova perché la tridimensionalità è delegata alle impunture a contrasto e alle imbottiture; nuova per tanti dettagli piccoli e preziosi che rendono solo apparente la sobrietà annunciata; nuova perché la donna risulta più “quotidiana” meno ieratica, meno guerriera, meno costretta nelle armature geometriche tipiche di Krizia di cui rimangono solo pochi accenni nelle striscie di pelle che incorsettano talvolta il busto.
Dove si è fermata l’attenzione man mano che si sono succedute le uscite?
Abbiamo innanzitutto notato i colori: ruggine, rame, caffè, cioccolato, senape, il nuovo tangerine -un arancio tendente al rosso che ricorda i tramonti estivi-, e poi il blu indico, l’oro, nero e panna ecc; ma ancora di più abbiamo ammirato gli accostamenti, il blu indico dei pantaloni con il marrone di una morbidissima blusa o giacca; il ruggine del completo con baschina accostato al blu della giacchina impunturata e alle calze blu. Un tentativo di riproporre accostamenti che in altro momento non hanno trovato accoglienza. Ma sul successo di certi accostamenti, lo sappiamo, si gioca molto sulle nuance dei colori e Krizia le ha sapute scegliere ottenendo un risultato veramente chic .
Se la silhouette si allunga nei cappotti e negli abiti da sera, le spalle diventano importanti, leggermente rialzate ed enfatizzate da imbragature di pelle anche nel semplicissimo tubino color cioccolato; nel tubino panna saranno le impunture ad raggiungere la stessa enfasi.
Sorprendenti e chic i capi in denim: il cappotto bon ton con impunture a contrasto ruggine, tailleur con pantalone sigaretta e giacca corta impunturata e poi i jeans neri spalmati e lucidi.
Eccessivo e non sempre riuscito c’è sembrato l’uso della mongolia: nelle maniche, nei colli, nelle spalle, nelle ghette, nelle borse. I colli di mongolia completavano bene i pullover e persino il bolero dorato, sulle maniche d i corte giacche zippate o dell’abito in neoprene enfatizzavano eccessivamente il busto assegnando alla figura una silhouette eccessivamente allargata; imprevedibile sull’abito da sera in lamé dorato con ricco plissé.
Non ci ha convinto il plissé orizzontale nel giacchino e meno ancora nei pantaloni in lamè dorato.
Belli gli accessori. I doppi bracciali dalla leggera lavorazione per l’abito da sera bianco, ma anche per il tubino da mattina ; con una pantera su materiale nero per l’abito lungo nero con scollo americano; collier forse troppo alti e carichi lasciano l’impressione di un collare dal significato ambiguo. Lunghe collane e lunghi orecchini; anelli importanti.
Non mancavano, vero marchio della maison, le stampe animalier: tigri e pantere su blusa e gonna in seta e nella versione fumetto sulle belle maglie di Krizia.
Nell’insieme Mariuccia Mandelli ci offre il ritratto di una donna più immersa nel quotidiano, meno ieratica e guerriera; ma si tratta ancora di una femminilità che definiremmo incorsettata, perché spesso costretta nel corpo da cinghie e da collari.