“Eco-Luxe”. La nuova idea del lusso ecologico a Pitti Filati
Il tessile biologico è stato sotto i riflettori di Pitti Filati con un progetto informativo sulla qualità e il pregio dei filati biologici. Si tratta di “Eco-Luxe”, un progetto informativo molto apprezzato dai visitatori della 62esima edizione di Pitti ImmagineFilati.
Curato da Ornella Bignami, Eco-Luxe ha messo in luce una nicchia di mercato in forte espansione, specchio di un lusso fatto non più solo di esclusività o esteriorità, ma anche di valori etici.
Ecologia e tessile o meglio il tessile biologico è stato sotto i riflessori sotto i riflettori di Pitti Filati con un progetto informativo sulla qualità e il pregio dei filati biologici, naturali ed ecologici. Si è trattato tratta di “Eco-Luxe”, un progetto informativo molto apprezzato dai visitatori della 62esima edizione di Pitti ImmagineFilati.
Curato da Ornella Bignami, Eco-Luxeha messo in luce una nicchia di mercato in forte espansione, specchio di un lusso fatto non più solo di esclusività o esteriorità, ma anche di valori etici, nell’ottica di uno stile fashion che non dimentica la responsabilità etica.
L’allestimento dell’architetto Alessandro Moradei, ha valorizzato il lavoro di Ornella Bignami e facilitato un percorso illustrativo/didattico che distingue tra le nuove fibre tessili biologiche e le fibre tradizionali, lana, alpaca, canapa, soya o iuta, lino o cotone che vengono definite biologiche (organiche in inglese). Ambedue le tipologie di fibre devono essere caratterizzate dall’ essere “ricavate da risorse rinnovabili, da coltivazioni spontanee, prodotte nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo, attente all’estetica, alla funzionalità per il benessere e la salute della persona”.
Grande interesse ha suscitato l’esposizione di nuove fibre naturali.
Non ci ha meravigliato poter toccare fibre di ortica che fin dall’antichità era ritenuta preziosa per usi tessili. Oggi si risalta il fatto che i tessuti realizzati con l’ortica sono resistenti, morbidi e brillanti come la seta, hanno capacità traspiranti simili al lino e hanno buone qualità antistatiche e termoregolatrici.
Avevamo notizia del tessuto ricavato dalla caseina, utilizzato già negli anni “˜30 nell’Italia autarchica e pur dimenticato. Riscoperto in Cina oggi e riportato in Italia si fa apprezzare per le sue proprietà ecologiche ma anche di comodità e freschezza. Si tratta di una fibra simile alla lana rispetto alla quale e’ un isolante anche migliore; ed inoltre, rispetto alle fibre sintetiche ha con maggiore capacità di assorbire l’umidità.
Più nuova come fibra risulta il chitosano che probabilmente conosciamo come integratore alimentare. Ridotto in fibra è simile al cotone morbido e fresco, antibatterico, non assorbe gli odori e non risulta creare alcun tipo di reattività allergica. E quindi particolarmente indicato per indumenti intimi, maglieria, calze, abbigliamento sportivo e tutto ciò che sta a contatto con la pelle, ma anche per i tessuti sanitari. E’ facilmente mischiabile con altre fibre tessili come lana, lino, cotone ed è degradabile
Per quanto riguarda le fibre tradizionali l’attenzione è puntata su quelle che si prestano a cicli di produzione a basso impatto ambientale e crescono senza fertilizzanti, pesticidi o disserbanti o si prestano a colorazioni di tipo vegetale. Tra tutte spicca un cotone organico.Viene ampliamente segnalato il cotone PIMA peruviano che ha una doppia virtù: nasce colorato, quindi non ha necessità di tintura ed è coltivato senza aggiunta di pesticidi. Promossa da Native Cotton Project, sostenuta dal governo peruviano e da organismi internazionali, la produzione del cotone Pima in questo Paese si caratterizza per il rispetto dell’ambiente e per la tutela dei lavoratori.
Infine viene affrontato il tema della tinture e sono proposti pigmenti naturali tratti da foglie, fiori, bacche e radici edera, noce, sandalo, liquirizia mirtillo te, equiseto, tormentilla ecc; da preferirsi ai pigmenti chimici.
Le erbe selezionate a questo fine non sono dannose o inquinanti, non vengono utilizzati additivi ed il finissaggio è effettuato con sapone neutro. I colori sono tenui, forse distanti da quelli che ultimamente la moda ci propone, ma sicuramente sono chic.
Oltre al cotone Pima, naturalmente colorato, viene ricordato che l’alpaca è conosciuta in 22 colori naturali, dal bianco al marrone, dal grigio al nero.
In mostra capi di Nathù, Filpucci, Fuzzi, Grignasco, Iafil, Loro Piana, Manifatture Sesia, Sabotex, Selene Giorni.
Insomma la spinta è che “chi fa moda faccia un passo all’interno del tessile biologico, attraverso cui si possono ottenere prodotti di lusso, ma con estetica ed esigenze di moda”. E’ ancora Ornella Bignami curatrice dell’evento ad affermarlo durante il workshop su “Stile ed etica della responsabilità” organizzato da Icea, Istituto per la certificazione etica e ambientale.