Eleganze del Settecento europeo in mostra a Prato
Il titolo è appropriato –“Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo”-,per una importante e prolungata mostra al Museo del Tessuto di Prato (14 maggio 2017- 29 aprile 2018) che vuole mettere in scena l’evoluzione dello stile e del gusto nella cultura del Settecento, un secolo dai grandi contrasti culturali e stilistici: una tappa fondamentale nella storia della civiltà europea; una epoca di profondo e generale rinnovamento in tutti i campi -politico, sociale e culturale-, segnato da due momenti completamente eterogenei.
Il “Capriccio” si riferisce evidentemente al periodo del Roccocò, durante il regno di Luigi XV, quando l’arte, in opposizione al barocco, diventa un gioco bizzarro e capriccioso ma allo stesso tempo elegante, gioioso , ricco di colori chiari; un’arte che non deve istruire né convincere, ma soltanto divertire e alleggerire la noia della vita di corte: ben rappresenta quindi la vita superficiale e priva di preoccupazioni dell’aristocrazia.
Ma il settecento è anche il secolo della “Ragione”, la cui forza illuminatrice avrebbe dovuto invadere tutti i campi dell’attività umana e rinnovare la cultura, la vita sociale, le istituzioni, combattendo pregiudizi e rischiarando le tenebre in cui l’uomo si dibatte: la fede incrollabile nelle capacità razionali degli uomini fanno del settecento un secolo fondamentalmente ottimista. L’illuminismo fu il modo di pensare della borghesia alla conquista del potere economico e politico e dell’egemonia ideologica a partire della Rivoluzione inglese del 1688 sino alla grande Rivoluzione francese.
Naturalmente alle due diverse mentalità corrispondono gusti molto distanti nell’arte e anche nell’abbigliamento. Alle sfarzosità delle forme architettoniche complesse e intricate del roccocò, si accompagnano vesti cariche di pizzi, di paillettes, di nastri, tanto nell’abbigliamento maschile che femminile.
Sarà scoperta di Pompei ed Ercolano, ad influenzare il gusto del razionalismo che prediligerà la linearità e sobrietà degli edifici neoclassici ispirati alla Grecia antica. E’ naturale quindi che le semplici geometrie greco-romane si traducano nel vestiario in una massima semplificazione.
Ma andiamo alla mostra di Prato organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato in collaborazione con il Museo della Moda e del Costume delle Gallerie degli Uffizi, il Museo Stibbert di Firenze e il Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como, e altre istituzioni sia pubbliche che private, è allestita nella sala dei tessili antichi del Museo, la parte più antica dell’ex opificio Campolmi, esempio di archeologia industriale tessile toscana, trasformata in polo cultuale, sede del Museo e della Biblioteca Lazzerini. La mostra rappresenta un’ulteriore tappa del programma espositivo della Fondazione Museo del Tessuto sui quei temi che accanto al tessuto valorizzano la cultura del costume e della moda antichi e contemporanei.
L’allestimento è scenografico e vuole richiamare i fasti delle corti europee: scene allegoriche tratte dagli affreschi del Tiepolo vengono proiettate sulle volte a crociera della sala evocando in questo modo i grandi soffitti affrescati del tempo; grandi superfici specchianti disposte alle pareti della sala creano un particolare gioco di effetti che ampliano l’ambiente espositivo. Oltre 100 reperti tra tessuti, capi d’abbigliamento femminili e maschili, porcellane, accessori moda, dipinti e incisioni, raccontano i cambiamenti di stile che si susseguono in questo periodo storico, dall’esotismo ai “capricci” della prima metà del secolo fino alle forme classiche austere dell’ornato neoclassico. L’accostamento dei tessuti alle più diverse tipologie di manufatti e tecniche artistiche permette ai visitatori di avere una visione completa di tutti gli stili che attraversano il secolo, nell’abbigliamento negli accessori moda, negli altri elementi d’arredo.
La prima parte della mostra è dedicata al tema dell’esotismo. Grazie all’attività delle Compagnie delle Indie orientali di paesi come Inghilterra, Olanda, Francia e Danimarca dalla fine del Seicento giungono in Europa beni di lusso come lacche, porcellane, tessuti, dipinti su carta provenienti da India, Cina, Giappone. La mostra mette in scena, porcellane di manifattura cinese dal Museo Stibbert, tessuti con motivi decorativi di chiara ispirazione orientale e volumi di fine Seicento proprio sulle ambascerie delle Compagnie delle Indie in Cina e Giappone della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Sono questi oggetti che generano in Europa e specialmente in Francia, nella produzioni manifatturiere, una trasformazione del gusto che assimila nuovi soggetti, composizioni di scene e una nuova paletta cromatica. Il roccocò accosta soggetti della natura al repertorio esotico, e da vita a stili come l’eccentrico Bizarre, il naturalistico Revel ed il lezioso Dentelles. Suggestivi i tessuti operati in seta e preziosi filati metallici di manifattura francese provenienti dalle collezioni del Museo del Tessuto e della Fondazione Antonio Ratti di Como, custode di una straordinaria collezione di tessuti antichi con rarissimi esemplari in seta proprio del Settecento europeo. Dal Museo della Moda e del Costume delle Gallerie degli Uffizi e dal Museo Stibbert provengono gli abiti maschili e femminili, e gli accessori di moda come scarpe, guanti, bottoni, ventagli che si fanno rivivere il lusso e l’ eleganza della vita di corte.
La parte centrale della mostra è dedicata alla riscoperta dell’ornato dell’arte classica: un cambiamento di gusto che nasce grazie all’informazione sulle campagne archeologiche. “Le antichità romane” di Giovan Battista Piranesi – presente in mostra con un raro volume del 1756 – con le sue illustrazioni è il testo protagonista dell’affermazione del gusto classico. I disegni di Piranesi nella mostra, dialogano con i bottoni cammeo prodotti dalla manifattura inglese Wedgwood e con i ricami dello splendido gilet maschile degli anni settanta del Settecento di proprietà del Museo Stibbert con motivi decorativi apertamente ispirati all’antichità, espressione della diffusione di questo gusto e del grande successo in tutte le arti.
Nei tessuti, oltre ai temi esotici e naturalistici, ora compaiono piccole vedute classiche e capricci con rovine, incorniciate da rami, nastri e pizzi che definiscono le strutture ‘a meandro’.
Procedendo verso la fine del secolo, l’alleggerimento della decorazione si accentua di pari passo al diffondersi del pensiero razionalista. Una nuova palette cromatica caratterizza la nascente estetica neoclassica: bianco, rosa pallido, verde acqua, celeste, giallo chiaro ma restituiti in toni velati. I colori appaiono sbiaditi dal tempo, imbiancati dalla polvere dei secoli.
Anche la moda del tempo riflette questo cambiamento di gusto. Gli abiti in mostra documentano come l’abbigliamento, con le sue forme, segue fedelmente lo sviluppo culturale e sociale del tempo: dai fasti esclusivi delle corti alla rivincita della dimensione imprenditoriale borghese del quotidiano.
Tra i numerosi oggetti che arricchiscono la mostra ricordiamo i dipinti – provenienti dal Museo di Palazzo Pretorio di Prato e da alcune gallerie antiquarie fiorentine – i cui soggetti dialogano con i motivi decorativi presentati nei tessili: dalla pittura di genere ai cosiddetti capricci, dalle nature morte di fiori e frutta ai paesaggi animati da scenette popolari o da antiche rovine della classicità.
Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento Europeo
14 maggio 2017 – 29 aprile 2018
Museo del Tessuto, via Puccetti 3 Prato
Orari
martedì – giovedì: 10 – 15; venerdì e sabato: 10 – 19; domenica: 15 – 19; giorno di chiusura: lunedì
Biglietto ingresso
Ingresso intero: 7 euro; Ingresso ridotto: 5 euro