Elena Mir² 25° anniversario
Dopo il successo di Antonella Clerici a Sanremo, presente nella sala della sfilata di Elena Mirò, è quasi scontato prevedere una nuova stagione del corpo morbido, e di una bellezza muliebre già in auge in tempi passati. La rilassata sensualità delle modelle di Tiziano, rivive oggi in passerella a celebrare una bellezza femminile fatta di curve piene e morbide, più vera e normale, segno di maternità e fecondità.
Per celebrare l’evento ci piace ricordare il grande Rubens che nel descrivere come andava rappresentata nelle opere pittoriche la figura muliebre così si esprimeva: “Nella figura della donna, bisogna che i tratti e il profilo dei muscoli, il modo di posare, di camminare, di sedersi, tutti i suoi movimenti e atti siano rappresentati”¦”¦.. conformemente al suo elemento primitivo, che è il cerchio, così deve essere interamente tondeggiante, delicata, morbida”. I canoni della bellezza femminile si sa cambiano, sono anche essi sottoposti al fluire della moda, e spesso è stata la moda a segnare il cambiamento della silhouette, liberando il corpo da costrizioni …. o imponendo “pericolose costrizioni”; coprendo o scoprendo; imponendo o negando il titolo di bello al volume raggiunto da alcune parti del corpo specialmente il seno. Ben possiamo dire che lungo la storia dell’ umanità il corpo si è presentato come un elemento plastico che di volta in volta è trasformato secondo le regole estetiche che man mano andavano emergendo, e, ci azzardiamo a dirlo, secondo il modo come la moda ha costruito la silhouette dell’abito. Per esempio l’uso del corsetto e del “panier” o delle imbottiture e i rigonfiamenti a tournure del fine settecento acccompagnato da arricciature e trappeggi sui fianchi, sono il segno di un ideale corporeo femminile con vita stretta e fianchi larghi; gli abiti dritti e semplici, rettangolari, degli anni 20 del ‘900 voluti da Chanel sono preludio ad un corpo androgino asciutto e privo di rotondità.
Bando alle considerazioni estetiche per oreintarsi su considerazioni di tipo più economico. Il successo di Elena Mirò, e ce lo conferma il numero di adetti ai lavori accorsi alla presentazione della collezione, sta nel fatto che le taglie, a partire dalla 46, ad esempio in Italia coprono circa il 41% del mercato totale che significa 12 milioni di clienti. Ma non solo, la scelta di costruire una collezione di sapore orientale per l’autunno inverno 2010-11 appare strategico da parte della Miroglio, per l’ampliamento di un mercato già parzialemnte conquistato, come quello cinese. Il brand ha infatti una partnership al 50 per cento con Elegant Prosper, marchio cinese che fattura 90 milioni di euro e possiede 400 negozi sul vastissimo territorio del Grande Paese. Grazie a questo rapporto d’affari negli ultimi 5 anni Elena Mirò ha aperto 20 boutique monomarca in Cina e molte altre prevede di aprirne entro il 2010. Il marchio è presente anche in altri Paesi, per l’esattezza 35, con 240 monomarca e e quasi 2.000 multimarca.
Come giudicare la collezione che celebra i 25 anni del brand? Un altro passo avanti nella maturazione di Elena Mirò. Si nota uno sforzo stilistico per adattare la linea dell’abito al corpo e per aver presenti i limiti della silhouette pur conservando glamour all’insieme.
L’ ispirazione orientale è raffinata e con grandi suggestioni cromatiche e grafiche che richiamano le lacche cinesi; sete colorate, lavorazioni dévoré su sete e lane conferiscono agli abiti un senso di profonda dimensionalità; jacquard e paillettes creano giochi ottici.
I tailleur hanno giacche strutturate sartorialmente e le spalle marcate, le gonne sono longuette. Gli abiti sagomati e fascianti hanno il punto vita segnato da cinture o fusciacche che lo alzano. I pantaloni sono aderenti, stretti al ginocchio e terminano a zampa di elefante. Pull aderenti sono riequilibrati da ampli colli
La paletta dei colori va da tonalità piene come il bordeaux, il rubino, verso toni più tenui come il beige e il tortora.
Poche le borse. Anche quì tacchi altissimi. L’attenzione è portata sui gioielli di ispirazione cinese, con la riproduzione di preziosismi decorativi -come il dragone cinese- ed eleganti labirinti geometrici.