Elena Miro’ Art & Fashion. Un interessante concorso
Tre giorni di workshop per indagare i legami e le contaminazioni tra moda e arte. Il brand Elena Mirò del gruppo Miroglio si è fatto portatore di un evento di grande interesse alla Reggia di Venaria di Torino per la novità che ha saputo introdurre nello studio del binomio arte e moda, da tante parti esaminato e discusso. Non si è trattato di farsi promotori di eventi artistici a cui si è posto l’etichetta di un brand famoso, ma di sperimentare sul concreto quanto l’arte possa ispirare le creazioni di moda o almeno stimolare la creatività dei giovani designer.
I lavori si sono aperti giovedì 24 novembre con un convegno che ha approfondito la tematica del connubio tra arte e moda, dove sono intervenuti Elena Miroglio, Responsabile Strategie del Gruppo Miroglio, la storica dell’arte Maria Teresa Roberto, la responsabile del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Anna Pironti.
Grande protagonista dell’evento, l’opera “La Notte Barbara” dell’artista Pinot Gallizio ideatore negli anni ’50 del “Manifesto della pittura industriale”, custodita ed esposta nella reggia di Venaria. Il grande quadro, delle dimensioni di 220×958 cm e che fa parte del ciclo delle “Notti di cristallo” dipinte dall’artista albese nel 1962, presenta forti colori e segni grafici vorticosi di grande impatto, è servito di ispirazione a 12 giovani designer previamente selezionati. Gli stilisti dovevano realizzare nei tre giorni concessi un outfit inedito, utilizzando tessuti prodotti da Miroglio Textile, e fondamentalmente un tessuto che riproduce l’opera. Le dodici creazioni esposte accanto alla tela di riferimento la sera di sabato 26 novembre presso la Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria, sono stati valutati da una giuria presieduta da Franca Sozzani, Direttore di Vogue Italia , Elena Miroglio e Pietra Pistoletto stilista-artista torinese. Il premio è stato consegnato dal Presidente del Gruppo Miroglio Carlo Callieri,
Vincitore di questa edizione di “Elena Mirò Art & Fashion” è stato lo stilista torinese Matteo Thiela a cui la giuria ha consegnato un premio in denaro e la possibilità di esporre la propria creazione in uno dei negozi di Elena Mirò.
L’abito realizzato da Matteo Thiela nei suoi intenti vuole essere quasi di un proseguimento dell’ispirazione del pittore. Di fatto afferma di aver colto di Gallizio la sua passione per la sopravvivenza dei Nomadi ed ha immaginato un abito per una donna che l’artista avrebbe potuto amare; un abito per una “Imperatrice dei Nomadi”, regale pur nella semplicità della forma ma povero nei materiali, composto solo da 5 teli foulard sbiechi con una fusciacca che sottolinea e risalta il punto vita.
Se il pittore disse a suo tempo e riguardo alla sua opera “Avrei continuato il ciclo delle notti.per sempre… fino ad arrivare al nero”, lo stilista parte dal nero, con l’uso della gabardine, e ritorna al colore attraverso i cinque foulard gialli e il un nastro ruggine che taglia il vestito. La tela a stampa che riproduce l’opera di ispirazione è stata inserita da Matteo Thiela nell’anima del vestito stesso come foulard fodera. Per rendere sull’abito la tematica del ” gesto spontaneo” caratteristica dell’arte informale -il colore liberamente portato sulla tela con gesto spontaneo-, lo stilista ha utilizzato sul nero del tessuto schizzi di biacca e ha ricamato sul vestito stesso una mosca presente sulla tela.