Elsa Martinelli: uno sguardo dritto al cuore
Elsa Martinelli se ne è andata in silenzio nella sua casa di via Flaminia, quasi in punta di piedi lo scorso 8 luglio.
Toscana, classe 1935. Donna intelligente e carismatica, grintosa e anticonformista. Testarda e spirito libero, non ha mai fatto mistero del suo temperamento passionale e focoso. Era ironica e tagliente e la sua voce dai timbri bassi le conferiva un’aura di severa eccezionalità.
Bellezza interessante e sofisticata quella di Elsa, da vera top model quale è sempre stata. Venne notata e lanciata nel mondo della moda negli anni ’50 da Roberto Capucci che la notò in una boutique di Via Frattina a Roma e che la consacrò alle passerelle e alle copertine delle riviste di alta moda più quotate di tutto il mondo. Una figura tanto esile e delicata che si fa largo tra le “maggiorate” dell’epoca in modo tanto repentino quanto prorompente. Il suo viso un po’ da maschiaccio ma delicato e spontaneo, lontano dai canoni del bello comune dell’epoca, la porta ad essere una calamita del “differente” che le aprirà tutte le porte.
Quel volto così espressivo e magnetico colpisce anche Kirk Douglas che nel 1955 la vuole insieme a lui nel film western Il cacciatore di indiani, iniziandola anche ad una carriera cinematografica che la vide al fianco di attori del calibro di Marcello Mastroianni, John Wayne e Robert Mitchum e registi come Orson Welles, Roger Vadim, Alberto Lattuada. Con Mario Monicelli vince nel 1956 l’Orso d’Argento come migliore attrice al Festival di Berlino per la sua interpretazione nel film Donatella. Entra nel mondo del jet set un anno dopo, grazie al matrimonio con il conte Franco Mancinelli Scotti di San Vito, dal quale ebbe la sua unica figlia, Cristiana.
Ma è il legame con il fotografo e designer Willy Rizzo alla fine degli anni Sessanta, che la legittima a vera top model contesa dalle riviste patinate più in voga dell’epoca. Rizzo, la ritrae in scatti memorabili e la consacra a trendsetter della moda in stile Bit Generation: minigonne, frange e metal look proiettano una Elsa Martinelli moderna, disinvolta assolutamente in linea con i suoi tempi. L’abito a placchette metalliche di Paco Rabanne su di lei diventa memorabile. Erano gli anni delle contestazioni, dei provocatori e degli sguardi visionari verso il futuro, quelli della “rivoluzione femminile”, quelli degli hot pants e del Flower power.
Elsa Martinelli diventa una vera icona di stile. Portamento ed eleganza innata. Figura esile, lineamenti scolpiti, occhi da cerbiatto e volto dall’espressione quasi imbronciata Davanti all’obiettivo Elsa dava il meglio di sé, concedeva i suoi pensieri, i suoi sguardi interrogativi che scrutavano dritti dentro l’obiettivo, i suoi sorrisi spontanei, la sua magmatica personalità. Era nata per essere fotografata per quel suo modo di essere profondamente comunicativa, così naturale, spontanea, istintiva.
Una bellezza disarmante, sofisticata, autentica, talvolta ruvida e spigolosa. I primi piani di Elsa sono i più intensi e puri. Quegli occhi che ti cercano, che ti osservano profondamente e che tanto dicono senza proferir parola. La vogliamo ricordare e salutare così, con il suo sguardo magnetico e con il sorriso che solo lei sapeva regalare, guardando dritto negli occhi.