Eternamente Oriente, Eternamente Occidente, Eterna-Mente. Giada Curti P/E 2020
“E poi sembrava che non avesse altro da dire. Ma poi glielo aveva detto. Le aveva detto che era come prima, che l’amava ancora, che non avrebbe mai potuto smettere d’amarla, che l’avrebbe amata fino alla morte.” (Marguerite Duras – L’amante)
Nasce sulle “note” del film “L’amante”, di Jean Jacques Annaud -tratto dal racconto di Marguerite Duras-, la collezione Haute Couture di Giada Curti presentata nei saloni dell’Hotel St. Regis lo scorso venerdì 24 gennaio.
Il romanzo, semi – auto biografico, narra della storia d’amore di una quindicenne francese e un giovane facoltoso cinese nell’Indocina francese degli anni 30’. Nel film, una meravigliosa e giovanissima Jane March e un fascinoso Tony Leung Ka, sono coinvolti e dissolti in un amore impetuoso e spaventevole, silenzioso e pungente, intenso, mutevole e dilaniante.
La vicenda si snoda in luoghi ricchi di atmosfere penetranti, tra una stanza dalle persiane semi-chiuse, il fiume Mekong e le vie trafficate della città di Saigon, per poi tradursi e introdursi, sotto forma di abiti favoleggianti, all’interno della sala a specchi in stile liberty dell’Hotel St. Regis: il sontuoso albergo di nuova proprietà araba illuminato dai suoi giganteschi e fastosi lampadari di cristallo.
Così, una dopo l’altra, indosso a candide modelle dai volti celestiali hanno sfilato le mise della stilista, presentate a passo lento e temperato, nella tipica e lieve danza che l’haute couture esige.
Volumi su volumi, gonne ampie lunghe e svasate, corsetti e camicine leggere hanno svelato infinite sfumature di femminilità e lembi di pelle delicata.
Ammiriamo l’abito in seta azzurro cielo con volant sul corpetto e sulla parte inferiore della gonna, la tuta celeste polvere con fantasia di rami di ciliegio e uccellini dondolanti, l’abito rosso magenta con profonda scollatura maniche a sbuffo e gonna fluttuante, ed anche i gonnelloni a balze sormontate da camicie strutturate e cinture in vita, e ancora, l’abito in paillettes color oro e quello in voile di seta celeste con fantasie cromatiche bianche e grigio perla. Le scollature sono ampie, le maniche a sbuffo e a palloncino, la vita strizzata
Le cromie dei colori pastello sono fresche delicate, primaverili: celeste chiaro, verde menta, bianco, beige e giallo con accenni di rosso oro e argento, hanno dato vita ad una palette variegata ed elegante, alternando delicate fantasie floreali a tinte unite.
I tessuti, impalpabili, tradotti in morbide sete e gazar. Le paillettes, le cinture orientali e le proposte in nero sembrano suggerire la ricerca di un equilibrio tra Ying e Yang, il simbolo della dualità esistente in ogni elemento di cui è composto l’Universo, le due entità opposte e complementari che formano la totalità secondo quanto afferma la filosofia e il pensiero cinese;
Le balze, le decorazioni tra i capelli e gli orecchini grandi e variopinti dalla forte personalità, il ramage, i bouquet floreali e pattern irreali, le nappe, il raso e i cordini, sono elementi decorativi che accanto ad un particolare equilibrio di forme, tagli e proporzioni, evidenziano suggestioni dall’estremo oriente e antichi simboli della tradizione asiatica che, legati a moderne proposte, richiamano una femminilità ispirata alla seduzione delle geishe, al loro stile inconfondibile ricco di fascino intenso surreale e misterioso.
Torna così l’dea di un’eleganza senza limiti di tempo e spazio, che viene unita alle forme essenziali della nostra contemporaneità regalando attimi di eterna ed estatica felicità.