FAI ed è subito bellezza
La speranza in un futuro migliore per l’Italia si fonda anche sulla missione e sugli ideali di un’istituzione come il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – che da quasi quarant’anni promuove la conoscenza e la consapevolezza del nostro patrimonio storico-artistico-paesaggistico, contribuendo alla salvaguardia ed al recupero di numerosi monumenti di particolare pregio e rilievo.
Il FAI crede, come noi, nei valori della bellezza, della memoria, della cura, della dignità dell’uomo e delle creature che lo circondano, comprese le sue stesse opere nel tempo, tali da nobilitarlo e dare senso al suo passaggio nel mondo. Ecco perché il FAI è coerente alla nostra forma mentis ed alla nostra concezione della moda e dei modi.
Pubblichiamo qui un’interessante intervista concessaci dalla Presidente del FAI Ilaria Borletti Buitoni, la quale sottolinea come il paesaggio, l’arte, la cultura siano risorse fondamentali per migliorare la qualità della vita, promuovere lo sviluppo economico, affermare la civiltà.
Il paesaggio ed il patrimonio culturale sono percepiti come un bene comune oggi in Italia?
Purtroppo non e questa e’ forse la vera causa del disastro che ha colpito sopratutto negli ultimi 20 anni il nostro Paesaggio. Il fatto che le coste siciliane siano per esempio devastate dalla peggior lottizzazione d’Europa non interessa chi vive in Lombardia come se non fosse Italia.
Come si reagisce alla deriva di insensibilità verso l’ambiente, in particolare nel corso di una grave crisi economica come l’attuale?
Al contrario, una gravissima crisi come quella che stiamo vivendo dovrebbe portare a capire che la valorizzazione del paesaggio e’ una risorsa che può portare anche sviluppo e tutelare l’ambiente e’ un obiettivo in una società virtuosa fondamentale.
Il localismo tipicamente italiano è leggibile solo in termini negativi o può anche essere considerato un atout per la tutela e la valorizzazione di singole micro-aree paesaggistiche?
Certamente le amministrazioni locali hanno fatto di più per la tutela dei beni artistici, ma hanno mancato nella tutela del paesaggio privilegiando, come nel caso degli oneri di urbanizzazione che vanno a rimpinguare le esangui casse comunali, la cementificazione. Il fatto che le leggi di tutela nazionali siano derogabili a livello locale e’ stato un disastro.
Quali responsabilità hanno gli amministratori pubblici nell’abbandono e nel degrado dell’ambiente a cui abbiamo assistito per decenni in certe zone?
Molte, direi quasi tutte, ma si sa che gli amministratori sono eletti dai cittadini: in Inghilterra nessuno voterebbe per chi distrugge il patrimonio paesaggistico nazionale.
Come si educano le giovani generazioni al rispetto del nostro patrimoni culturale?
Non si educano, anzi le ore dedicate alla storia dell’arte sono diminuite ed il risultato lo si vede. Per altro, la scuola ha da decenni tradito il suo mandato a causa di un accavallamento di riforme contraddittorie, persino frustrando l’impegno di molti bravissimi insegnanti.
Quali iniziative da Lei promosse col FAI la rendono più orgogliosa?
Tutte … Un restauro finito e’ fonte di grande orgoglio. I nostri restauri sono lunghi, complessi e costosi. Dei grandi lavori di squadra. Ma anche le code davanti ai monumenti durante le giornate di primavera.
In che modo i privati possono affiancare efficacemente lo Stato nella gestione dei beni artistici, storici e paesaggistici?
I privati possono essere fondamentali sopratutto se, come nel nostro caso, sono enti non a scopo di lucro ai quali lo Stato, applicando un principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione, potrebbe affidare la gestione di molti beni con risparmio notevole.
Vivere in un ambiente bello è sinonimo di qualità e dignità di vita. Ci indichi qualche esempio concreto di come la missione estetica” del FAI si traduce in gesti di civiltà.
Il Parco di Villa Gregoriana era una discarica a cielo aperto, credo che oggi sia uno dei luoghi più suggestivi d’Italia.
In occasione della XX Giornata FAI di Primavera il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato: “Dobbiamo essere tutti convinti che se vogliamo più sviluppo bisogna saper valorizzare la risorsa della cultura”. Ha anche rivolto un forte monito alla politica, accusandola di essere stata poco lungimirante. Cosa significa, dal Suo punto di vista, essere lungimirante?
Guardare oltre i sondaggi del giorno dopo e pensare ad un Paese tra vent’anni. Il Presidente Napolitano, nonostante la sua età, lo e’.
Gli ideali ed i valori che il FAI ha sempre espresso, le energie che ha mobilitato, in quali progetti si incarnano oggi?
Direi che le Giornate di Primavera che muovono tutte le nostre Delegazioni e oltre novemila volontari sono l’esempio pratico dei nostri valori applicati all’impegno civile.
Lei ha pubblicato di recente il libro “Per un’Italia possibile”. Quali opportunità l’Italia non ha ancora colto? Lei quale Paese sogna?
Quello – possibile – in cui si riconosca ciò che siamo stati in campo artistico, culturale e si riparta da questa consapevolezza. Cultura e civiltà sono concetti legati tra loro.