Fashion for Good ad AltaRomA
Fashion for Good è un seminario permanente su Moda etica e Corporate Social Responsability; mette a confronto la moda e il no profit per esplorarne i rapporti, le vicinanze e le lontananze, i contrasti. AltaRomaltaModa edizione luglio ’07 ne ospita il secondo convegno dal titolo “Il filo delle culture, le trame del rispetto”
Ospitata da AltaRoma presso la Camera di Commercio di Roma, la seconda edizione del Convegno di Fashion for Good sceglie come tema “Il filo delle culture, le trame del rispetto”. Per il titolo e per lo svolgimento ben si inserisce nell’insieme della manifestazione romana e nella scelta etica di un impegno sociale del mondo della Moda che il Presidente di Alta Roma Stefano Dominella ha assegnato ad AltaRomAltamoda. Ne sono dimostrazione oltre l’accoglienza dei convegni di Fashion for Good le numerose attività di questo tipo promosse sotto la presidenza di Dominella, così come alcune sfilate dell’attuale edizione di AltaRoma dedicati all’infanzia: Kids for Kids sfilata di abiti per bambini in piazza del Campidoglio a favore dell’ABIO, l’associazione che aiuta i bimbi ad affrontare più serenamente la degenza negli ospedali.
Fashion for Good www.fashionforgood.org
è, da parte sua, un seminario permanente su Moda etica e Corporate Social Responsability; intende mettere a confronto la moda e il no profit per esplorarne i rapporti, le vicinanze e le lontananze, i contrasti. Gli aspetti che caratterizzano Fashion for Good sono quindi quelli della ricerca, della didattica e del volontariato, ma anche della sperimentazione.
Ma andiamo al Convegno, promosso da Giancarlo Polenghi (MCM), Wilma King (Rochester Institute of Technology) e Stefania Giacobini (univ La Sapienza di Roma). Dopo un saluto da parte di Beppe Modenese della Camera Nazionale della Moda, e l’invito di Stefano Dominella a ripetere incontri come questo, di grande stimolo culturale per la moda, si sono susseguiti gli interventi di stilisti, esponenti della cultura, del no profit e della diplomazia. Il dibattito è stato preceduto dalla proiezione di una video intervista a Pierre Cardin, Minh Hanh, stilista vietnamita, e Renato Balestra, realizzato in esclusiva da Stefania Giacomini, giornalista Rai e moderatrice dell’incontro.
Gli interventi degli ospiti si sono mossi sulla falsa riga di un questionario preparato dagli organizzatori a partire dalle parole le parole di saggezza di Fyodor Dostoevsky “la bellezza salverà il mondo”, per sviluppare poi il punto numero 5 della Carta Etica dell’istituzione e cioè: Ci impegniamo a rispettare le persone e le culture con le quali entriamo in contatto. Un rispetto che non ci esime dal provocare i nostri interlocutori, ma mai con arroganza.
Tavola Rotonda internazionale, dove il filo delle culture diverse si intreccia nella trama di una comune volontà di pace e di rispetto e dove la moda fa da sottofondo, telaio che intesse, che può unire, essere “colomba di pace e veicolo di gioia” secondo le parole dell’ambasciatore del Vietnam del Sud.
Ma anche veicolo di accelerazione per un processo culturale sensibile alle diversità”, nella dichiarazione del Presidente dell’Unione Italiana Ciechi. Ancora un appello al mondo della moda per far conoscere meglio le culture, i diversi mondi, e per promuovere la pace, è stato offerto dalla commossa presenza dallo stilista libanese Tony Ward addolorato per la nuova situazione di guerra nel suo Paese.
Importante testimonianza, per il coinvolgimento personale in campo sociale a difesa dell’immagine del bambino nella pubblicità, quella Imelde Bronzieri, Presidente de “I Pinco Pallino Spa”. “L’etica -ha detto- non può essere disgiunta dall’estetica e il business non può basarsi sull’uso mercificatorio dell’immagine.” La azienda di Bergamo, specializzata in abbigliamento per bambini, non è nuova ad interventi sul sociale: promotrice di un osservatorio sui minori, sostiene il progetto per la realizzazione di una nuova scuola a Phnom Penh in Cambogia per strappare i bambini dalla “città dei rifiuti”.
Due gli effetti immediati del dibattito. Luisa Bartorelli geriatra e presidente della AIMA Roma onlus, ha richiesto un maggior coinvolgimento di Fashion for Good in una manifestazione per l’Alzheimer dove ha auspicato il coinvolgimento da parte del mondo giovanile. Francesca De Berardino dell’Associazione ANIMA ha proposto una nuova collaborazione delle imprese nella logica della corporate social responsibility.
Sono intervenuti: Guillermo Maritto stilista della maison Gattinoni, un rappresentante dell’ambasciata dell’India, Piergiorgio Silvestrini della Lydda Wear dittta specializzata in abbigliamento per disabili; Silvio Palermo di Made in jail cooperativa di ex detenuti. Francesco Cecere psichiatra dei disturbi alimentari. Ha chiuso il dibattito, Maria Teresa Russo Antropologa dell’Università RomaTre sottolinenado il fatto che la moda sostituendosi all’arte oggi educa al gusto.