Ferragamo, un calzolaio da museo
“Salvatore Ferragamo – Ispirazioni e visioni” è il titolo della mostra-omaggio al “calzolaio delle dive” simbolo della moda senza confini, che fino al 12 Marzo 2012 è possibile visitare a Firenze presso i nuovi spazi espositivi di Palazzo Spini Feroni, sede della storica maison.
L’evento, che pone a confronto 99 modelli del glorioso brand con 156 oggetti d’arte provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, va alla ricerca delle molteplici fonti di ispirazione del geniale stilista-artigiano morto nel 1960, le quali spaziano da una tenera Natività di inizio “˜400 ad un mantello brasiliano del “˜500 appartenuto a Cosimo II de’ Medici, dai quadri di Sonia Delaunay al “Gilet futurista” di Fortunato Depero, dai disegni di Andy Warhol a un’armatura da samurai del XVI secolo.
Il percorso tra le sale mostra gli stretti legami tra Salvatore, giovane calzolaio italiano emigrato in California a inizio Novecento destinato a diventare un’icona mondiale del Made in Italy, e la cultura internazionale dell’epoca in cui è vissuto e di cui si è imbevuto totalmente, senza dimenticare le origini napoletane. Eventi come la scoperta del prezioso corredo funebre del faraone egiziano Tutankhamon o quella della Villa dei Misteri a Pompei, ad esempio, stimolarono la sua creatività che si tradusse subito nei sandali realizzati rispettivamente per i protagonisti del film di Cecil B. De Mille “I dieci comandamenti” e nella celebre linea di calzature battezzate “Pompeian”. Ma nelle sue scarpe si riversò anche la suggestione per gli splendidi monumenti e le sterminate collezioni d’arte di Firenze (città in cui egli era rimpatriato nel 1927), e poi le “visioni” dettate dalle avanguardie, Futurismo, Cubismo Orfico, Dadaismo, Surrealismo, Concettualismo”¦
“Come posso spiegare la mia innata capacità di creazione? Io non ho bisogno di cercare i modelli. Quando ne voglio dei nuovi, scelgo fra quelli che si presentano alla mia mente così come, a tavola, scelgo una mela dalla fruttiera colma”, si legge nella sua autobiografia “Il calzolaio dei sogni” (edita da Skira nel 2010).
Con la passione e quello spirito del gioco che non gli vennero mai meno, Salvatore Ferragamo a sua volta divenne un maestro e una fonte di ispirazione per tanti altri stilisti e l’esposizione fiorentina in corso cerca anche di sottolineare questo aspetto, in particolare ospitando le originali creazioni del “cappellaio matto” Stephen Jones, che per l’occasione ha concepito una trentina di cappelli dedicati ai più famosi modelli di scarpe del prestigioso marchio. “Proprio come me, Salvatore metteva tutta la sua esperienza di vita e di lavoro in un scarpa” ha affermato il designer.
Jones, che collabora con tantissime case di moda, ha saputo re-inventare il concetto stesso di copricapo trasformandolo in un tocco di stile in grado di personalizzare l’abbigliamento più serioso e cerimoniale, grazie a originali sperimentazioni su materiali e forme, sempre comunque all’insegna della raffinatezza artigianale. Non a caso molte invitate al recente matrimonio reale di William e Kate indossavano stravaganti cappelli da lui firmati e non a caso pochi mesi fa il Museo della Moda di Anversa (MoMu) gli ha dedicato una retrospettiva (“Stephen Jones e l’accento della moda”), per dimostrare come le sue creazioni siano la “punteggiatura” ideale per definire lo stile di un abito o di un’intera linea di abbigliamento.
Alcuni inediti del visionario ed ironico Jones ispirati alle scarpe di Salvatore Ferragamo entrano a far parte della collezione museale fiorentina in modo permanente (visibile a rotazione). Ma è stata aperta anche una sezione temporanea dedicata alle mostre, la prima delle quali è appunto questa su “Ispirazioni e visioni”, curata da Stefania Ricci, direttrice del Museo.