Finanziera
L’emblema della tradizione popolare piemontese si riflette nella finanziera, un piatto che si tramanda di generazione in generazione fin dal Medioevo. I contadini, infatti, erano soliti conservare gli scarti della macellazione di buoi e galli per cucinare questo ricco piatto.
Grazie, infatti, all’uso delle parti nobili dell’animale, i contadini erano soliti offrire questo piatto di pregio agli esattori delle tasse che raggiungevano ogni piccola fattoria per riscuotere i compensi sulla macellazione destinati al re. Quando questi tornavano a Torino parlavano del piatto prelibato che avevano consumato: l’élite e la corte stessa iniziarono così a degustare la finanziera e ne rimasero entusiasti. Il piatto del contadino divenne così il piatto della corte: la finanziera iniziò quindi a chiamarsi tale grazie al nome delle giacche che gli uomini di Torino indossavano. Moda e cucina si unirono.
La finanziera, nel linguaggio della moda, è la giacca maschile antenata del tight: di colore nero o grigio a un solo petto, spesso di lana indossata sopra pantaloni della stessa stoffa. Questa lunga giacca che copriva la parte superiore delle gambe era l’indumento preferito del figlio del re Vittorio Emanuele II: la leggenda vuole che sia proprio Umberto I colui che ha influenzato la moda del tempo, persuadendo quell’élite che tanto amava il piatto dei contadini a indossare questo capo.