Gaetano Navarra. Il caldo inverno di un giovane d’oggi
E’ giovane. E’ molto giovane. Un ragazzo che vuole divertirsi.
Anche nell’abbigliamento cerca di esprimere il tono spensierato della sua vita, ma questo coincide con il carattere ludico della moda, e quindi gli va bene vestirsi alla moda.
C’è tempo per assumersi responsabilità!!! C’è tempo per pensare ad un abbigliamento serio!!! Quello necessario per affrontare il mondo del lavoro, per esprimere la propria capacità decisionale, per far valere il proprio parere, per esprimere la percezione di sé, per segnalare il proprio ruolo nell’establishment, ecc, ecc.
Per ora il ragazzo di Gaetano Navarra ha bisogno di non prendersi e di non essere preso troppo sul serio e sceglie il papillon come filo conduttore del suo guardaroba, non importa quale sia il capo che deve accompagnare. E’ en pendant con la giacca, fatto dello stesso tessuto oppure in mohair, o più insolito -per stupire e ironizzare su di sé- è ricamato in paillettes, o ondulato con rouches.
Ha poi bisogno di calore, di tanto calore. Per questo si veste di maglia dalla testa ai piedi, in vari strati (dolcevita, pull, cardigan, uno sull’altro). Ma non basta. Bisogna aggiungere al tutto una bella sciarpa intorno al collo; e meglio se le maniche sono lunghe così le mani sono sicuramente al caldo. Le trame sono corpose ed evidenti: trecce, coste disposte in verticale, orizzontale, in obbliquo. Gaetano Navarra ha messo nella maglieria tutta la sua capacità professionale.
Per la testa poi niente di meglio che un casco “da palombaro” in lana: sostituisce egregiamente il cappuccio e il passamontagna, e da l’aria da esploratore polare.
Il nostro giovane usa il piumino, ma in lana tartan o in tweed per dare un tocco british, che è tanto di moda. I cappotti, il trench, il caban sono caldissimi e senza peso, in lana cammello, o lana bouclé, in angora, ma anche in montone nappato.
Proprio perché giovane, il ragazzo vuole dimostrare grinta e modernità. Il nostro stilista prepara per lui abiti dalle costruzioni spigolosi, tagli evidenziati, spalle ben segnate, con una punta di annotazione militare, come le spalline e li correda con i rudi anfibi. Anche le scarpe più “gentili” sono rinforzate per dare una nota grintosa, hanno le punte e il tacco rivestite di metallo.
Poi compie dei veri prodigi con le stoffe. Gli regala una corazza, che ottiene con dei dei plissè che disegnano squame o scaglie, per farlo sembrare più uomo, e lo riveste di giacca, pantalone e cappotto a totale protezione del suo fisico. Niente di più attuale e trend che le stoffe stropicciate, tanto che le camicie sembrano sgualcite. Il jeans non può mancare ma ha l’aria logora, tanto è vissuto e macchiato: il prototipo sembra essere quello che lo stilista indossa nel salutare il pubblico.
Tra tanta modernità scopriamo qualche incursione nel “passato”, pantaloni classici gessati, pantaloni principe di Galles, portati con giacche di foggia militare grigie o lampone; disegni tartan; camicie a quadri e a righe; e poi l’uso del velluto dalla superficie liscia lucida solcata da sottili righe opache. I colori sono classici, dominante è il cammelo, ma poi il verde bottiglia (in un completo “forse” in pelle, risulta eccessivo); il grigio; un bordeaux quasi lampone, bello in una giacca corta, meno interessante in un cappotto.
Lasciamo da parte il protagonista della nostra storia e dedichiamo qualche considerazione al lavoro dello stilista.
Qualche nota stilistica. I capi spalla sono corti, molto aderenti, quasi “strizzati”, i tagli interessanti danno nuove forme alle maniche dei cappotti e permettono di sagomare il capo per farlo aderire al torace; i pantaloni sono molto larghi fino al ginocchio, con pinces molto profonde o ripetute, poi stretti alla caviglia, si chiudono a portafoglio (il risultato non è bellissimo); le camicie hanno colli doppi smontabili. Accessori coerenti con la collezione: bottoni in metallo arrugginito, cinture borchiate girate varie volte in vita a sostituire la fusciacca dello smoking.
Ci piace Gaetano Navarra perché dimostra di saper lavorare e di saper caratterizzare le sue collezioni tanto donna che uomo.
La capacità di lavorare la maglia è una dote familiare, è nel maglificio familiare che apprende l’arte; la capacità di innovare e di creare capi ben fatti con qualità sartoriali, è tutta sua.