Garet Pugh: Guest designer donna a Pitti ’79
Tra i giovani designer è considerato il più visionario, eclettico, onirico, teatrale: paragonabile a John Galliano, e perchè no, candidato erede di Alexander McQueen. Gareth Pugh è il Guest designer donna della edizione ’79 di Pitti Uomo + Pitti W.
“Nel febbraio del 2007 abbiamo organizzato a Milano un evento con Boombox, allora uno dei locali simbolo della comunità creativa dell’East London – dice Lapo Cianchi, direttore comunicazione & eventi di Pitti Immagine – e di quella generazione di giovani fashion designer inglesi che animarono la serata, Gareth Pugh era già uno dei leader. Abbiamo seguito il suo lavoro da Londra a Parigi, l’evolversi del suo stile – il passaggio dalle atmosfere gotiche iniziali a quelle attuali, decisamente flamboyant – e del modo di presentare le collezioni. Il video presentato durante l’ultima settimana della moda di Parigi ha vivacizzato la discussione sull’uso delle tecnologie multimediali nella moda. Insomma c’erano tutti gli elementi per invitare Gareth Pugh a Firenze e a Pitti, dove c’è ampio spazio per le sperimentazioni della moda e per un loro dialogo con gli irriproducibili luoghi storici e artistici della città. Siamo molto contenti che abbia risposto con entusiasmo”.
La sua fantasia è straordinaria e a proposito si è detto di lui che la moda avrà sempre bisogno di personaggi del suo calibro per rigenerarsi. Un immaginario dark/ gotico alimenta le sue creazioni; l’uso di materiali come pvc, plastiche, lattex, stoffe laminate, che si accostano oltre che a tessuti talvolta a pellicce, evidenziano, oltre la fantasia, un particolare personale ed innovativo senso estetico.
Due sono gli elementi che richiamano l’attenzione e che fanno di Pugh un designer che segue comunque un preciso percorso stilistico: la composizione dell’abito sfocia in una costruzione complessa che richiede materiali adeguati, e rivela una accurata ricerca delle forme espresse sempre in geometrie radicali ; grazie però ad una paletta di colori semplificata, monocromatica o fatta di giochi geometrici di bianco e nero come nella collezione primavera 2009 dove gli abiti erano tutti bianchi davanti e neri dietro, si riduce la complessità e si smorza l’impatto scenico. Tra le sue creazioni ricordiamo agli abiti gonfiati e la maglia metallica dall’effetto bagnato che trasforma abiti, giacche e pantaloni quasi in “armature” spaziali; le creazioni enfatizzate sulle spalle e costruite con cerniere per convertire la silhouette femminile in quella di un samurai. Interessanti nella collezione p/e 2011 le varietà di forme a kimono palloncino a trapezio, a campana o a corolla, leggins e pantaloni molto asciutti, giacche prive di bottoni con grandi revers che si incrociano, i tessuti con scaglie di neoprene.
Una moda e una ispirazione che guarda al futuro e a mondi dalle forme inusuali che purtroppo, se da una parte esprimono tutto l’estro creativo e innovativo del designer britannico, dall’altro lo penalizzano nella possibilità di essere commercializzata per il grande pubblico. Così il successo e la popolarità di Garet Pugh rimane legato al mondo dello spettacolo: sono le cantanti pop e dell’ambito della musica elettronica che scelgono e portano sulla scena, le mise del designer. E’ la frequentazione di ambienti dello spettacolo a suggerire allo stilista un modo personalissimo di presentare le sue collezioni: sempre uno spettacolo, in diretta o in differita, cioè sostituendo la tradizionale sfilata con un video.