Gessato
Tessuto di lana pettinata o flanella, ma per l’estate anche di lino, di colore scuro – preferibilmente antracite, ma anche blu intenso, marrone cupo, oppure spietatamente nero – attraversato da sottili righe bianche. Il suo nome italiano deriva dal gesso con cui s’immagina che queste siano state tracciate sul tessuto come se fosse una lavagna. Il completo maschile gessato con giacca doppiopetto era un classico degli anni ’30, indossato dai più famosi gangster di Chicago, con ghette e scarpe bicolori. Da qualche anno, il rigato, che prima era rigorosamente “gesso”, ha arricchito la propria tavolozza. Il gessato in inglese si chiama pin-striped, in francese rayé, in spagnolo rayas diplomáticas: il senso torna comunque sulla riga, cioè su quel marchio di regolarità – le righe sono diritte e parallele tra loro – impresso nel vuoto disordine dell’oscurità di fondo.
Declinato nel cinema, il gessato veste in modo stereotipato la moltitudine della saga de” Il Padrino”, passa attraverso il tocco di Armani in “Gli intoccabili” e “Quei bravi ragazzi”, invade oggi la serie televisiva de “I Sopranos”. L’abito gessato classico fa pensare, almeno alla gran parte delle persone, ad uno stile forse un po’ troppo tradizionale e antiquato, in effetti il gessato classico ha un che di formale, e negli ultimi tempi sta un po’ perdendo il suo appeal all’interno degli ambienti di lavoro, almeno rispetto al passato.