GIORNALISTE DI MODA SUPER-STAR
Sempre più giornaliste di moda assurgono al ruolo di opinion maker e impongono gusti e trend, influenzando i consumi vuoi delle élite vuoi delle masse. E, talvolta, lo fanno in misura maggiore degli stessi stilisti o dei loro testimonial, modelle e manager. Forse perché nessuno come loro è provvisto dell’intuizione raffinata dall’esperienza (il “fiuto” giusto) per capire quali novità e tendenze ci si deve attendere, ma soprattutto quali sono i veri desideri dei consumatori potenziali e reali.
E così, le giornaliste di moda accrescono il loro potere in modo esponenziale e le loro idee in fatto di ciò che è “in” e ciò che è “out” dettano legge ormai ovunque. Si pensi che ad Anna Wintour, la zarina della moda che da anni dirige con pugno di ferro “Vogue” America, sono stati ispirati, oltre al noto film “Il diavolo veste Prada”, con Maryl Streep, parecchi libri, articoli giornalistici, ecc.
A Settembre di quest’anno, poi, è in uscita un nuovo film-documentario, che si propone di raccontare la verità-tutta-la-verità sulla signora: titolo è “The September Issue” (ossia l’edizione settembrina della rivista, ritenuta la più importante dell’anno). La pellicola, che è stata effettivamente girata nella redazione del giornale di moda più famoso, amato e odiato, del mondo, è diretta dal regista R. J. Cutler e pare che abbia agitato un po’ le acque in casa Vogue. Infatti, la grande stylist e braccio destro di Anna Wintour Grace Coddington, non voleva telecamere attorno ed è arrivata a ventilare lo spettro delle dimissioni. Ma la Wintour ha mantenuto la calma riportando a più miti consigli la sua leggendaria art director. Così si è potuto liberamente riprendere ogni sfoggio di potere della “generalessa” (dai commenti sugli stilisti alla partecipazione alle sfilate, dalle riunioni redazionali alle colazioni coi buyer in giro per il mondo), ma anche il rapporto extra-strong fra le due donne, dominatrice l’una (l’esile ed impeccabilmente vestita Anna), disponibile l’altra a sopportare tutto in nome di una professionalità al top (la rossa e sportiva Grace) .
In Europa fashion icon d’oltralpe è indubbiamente Carine Roitfeld, direttore di Vogue Francia, candidata, secondo i rumour, a rimpiazzare la succitata Wintour al timone di “Vogue” America. Considerata la musa degli stilisti di nuova generazione (è stata la palese ispiratrice anche di Tom Ford in Gucci), ostenta un corpo asciutto da indossatrice, con gambe sempre in primo piano slanciate su tacchi da vertigine, ed ama vestirsi in modo originale mescolando stili e capi diversi. Molto francese, molto snob, madame fa colazione con caviale e champagne. Di sé tiene a dire che è una stylist. A lei il settimanale l’Espresso ha riservato un articolo nel numero dell’8/1/2009 (che indicava le tendenze per il nuovo anno), inserendola fra le “stelle di stile”.
Anche le giornaliste di moda italiane da qualche tempo dispongono di un certo potere di influenza e sicuramente di una indubbia notorietà: non intendo solo quelle televisive che, obtorto collo, devono apparire in video (da Mariella Milani a Rosanna Cancellieri o Paola Cacianti, per stare in casa Rai), ma pure quelle della carta stampata che addirittura gestiscono loro blog, molto frequentati (si pensi a quello di Paola Bottelli del “Sole-24 Ore”). Alcune poi, come Natalia Aspesi, sono praticamente entrate esse stesse nella storia della moda italiana e sovente vengono intervistate da altri giornalisti sui più disparati argomenti di costume e società, che esulano dall’abbigliamento.
E’ la moda, bellezza, che non per nulla è femmina!