Glamour
Glamour è una delle parole usate più impropriamente nel linguaggio della moda. Pochi sanno cosa realmente significhi, ancor meno ne conoscono la storia.
Dobbiamo l’origine del termine agli scozzesi che non erano in grado di pronunciare correttamente la parola grammar (grammatica). Ebbene sì, glamour deriva proprio dall’insieme di convenzioni che regolano un sistema linguistico!
Nel Medioevo, solo pochi eletti conoscevano davvero l’arte della scrittura e le sue regole; per tutti gli altri, la grammatica rappresentava qualcosa di oscuro, misterioso… quasi magico. Ben presto, il nome grammar o gramery venne dunque utilizzato per riferirsi ai libri d’incantesimi e alle arti della stregoneria e dell’occulto. In seguito gli scozzesi cambiarono la pronuncia da gramery a glomery, e il nuovo termine assunse il significato di un incantesimo vero e proprio.
Dobbiamo allo scozzese Sir Walter Scott, nel 1830, l’introduzione della parola glamour nel linguaggio letterario; nella sua opera “Letters on Demonology and Witchcraft”, parla di un fascino pericoloso che può traviare gli innocenti. Il termine si diffuse ben presto in Inghilterra e la definizione di glamour come incantesimo, negromanzia venne riconosciuta universalmente. Approssimativamente un secolo dopo, nel 1930, il glamour acquistò quello che ad oggi è il suo principale significato: lo charme che possiede una persona (generalmente una donna).
Fu il cinema americano, soprattutto quello degli anni dal ’30 al ’50, a diffondere il concetto. Dive del calibro di Greta Garbo, Ingrid Bergman, Audrey Hepburn e Grace Kelly incarnano alla perfezione il concetto di glamour che, pur cambiando col tempo, mostra sempre una marcata continuità: un’allure ottenuta mixando bellezza, fascino, stile e seduzione. Tuttavia la parola continua a portare con sé un’aura di mistero e magia: non è forse vero che quando vediamo qualcosa di bello e affascinante, ne restiamo incantati? Di una donna glamour ci attrae quel “non so che” di intrigante, difficile da afferrare.
Ma ciò che è glamour non sempre è di moda; il glamour è soprattutto potere di seduzione. Nel saggio “Glamour. Una storia al femminile”, la scrittrice Carol Dyhouse racconta come il glamour rappresenti anche l’audacia di fuggire dalle aspettative di una femminilità convenzionale, un desiderio di ribellione agli imperativi di genere, una ricerca di qualcosa fuori dall’ordinario. Un sogno di metamorfosi femminile.