Greta Boldini e la bellezza emozionale
Greta come Grata Garbo, l’attrice svedese detta anche “la divina” dallo stile raffinato e rigoroso e Boldini, come il pittore ferrarese interprete delle donne dell’aristocrazia e dell’alta borghesia della Belle Epoque Parigina. E’ un brand nato nel 2011 dall’ unione di due giovani menti Alexander Flagella e Michela Musco. Finalista di “Who is on next?” 2013, comunica un sentore nostalgico e attuale al contempo, come una melodia antica ascoltata in un contesto moderno o come un miscuglio di donne di tempi, età e culture diverse ricomposte in un unico esemplare.
Varie e femminili le interpretazioni delle celebri giacche impermeabili Barbour, indossata nel tempo che fu, anche dalla tanto amata principessa inglese, Lady Diana. E così hanno dato mostra di se: una giacca doppio petto, un cappottino impermeabile tre quarti ed una giacchina monopetto corredata di una sola grande tasca applicata sul davanti; tutte, in cerata verde o nel caldi toni del senape, alcune bordate in pelliccia verde muschio e altre in tessuto nel tipico color caffè del famoso brand londinese. Giacche importanti, perché cariche di storia e di storie. Giacche care agli abitanti della fumosa brughiera inglese ma anche ai cacciatori e ai pescatori, giacche, dalla fattura artigianale, che hanno visto la luce nell’ azienda a conduzione familiare fondata in una Londra in piena espansione economica nel lontano 1894.
Una proposta dalle linee fluide e piuttosto semplici quella di Alexander Flagella direttore artistico del brand, tanto per gli abiti in seta incrociati sul davanti con gonna a portafoglio, sobri, eleganti e femminili, d’allure pacato e quieto; tanto nelle le gonne in tessuto diverso (metà plissé e metà stoffa non operata) dal taglio trasversale, e anche per le camicette con maniche a sbuffo dal gusto retrò. Generoso l’uso della pelliccia: dal classico visone alla volpe, al mongolia.
La palette, variegata, ha spaziato con nonchalance dai toni caldi a quelli freddi; i grigi hanno fatto pendant con i rosa, il senape con un arancio stemperato, il verde muschio con il rosa pesca. Protagonisti di questa collezione sono stati anche il tangerine, l’antico e rassicurante glicine, il phard, l’ antracite e i corposi chianti “versati” su varie silhouette.
A definire la proposta è stata anche la varietà di tessuti: radiosi velluti hanno piroettato al fianco di fluttuanti sete e organze jacquard fil coupé, accanto a crêpe de Chine di seta ed a tulle ricamati.
Una collezione dallo spirito giovane, come quello di una donna che, come una falena ancora non giunta a maturazione, si lancia impavida tra le fiamme del fuoco della vita, sperando, attraverso la propria – emozionale bellezza – di conquistare il mondo. Ma non brucia forse il fuoco? e perché mai la vita dovrebbe essere in fiamme? cosa s’intende poi, per bellezza emozionale? Una bellezza che esprime qualcosa di intrinsecamente bello?
Siamo certi che sia così!