Gucci: il suo “Epilogo” è la vera tendenza postmoderna della moda
Non poteva esserci “fine” migliore che un inizio. Quello della nuova sperimentazione siglata Alessandro Michele by Gucci. Il suo Epilogo (Epilogue) il 17 luglio ha concluso la Digital Fashion Week e anche l’atto finale del percorso narrativo iniziato con l’ultima sfilata-fashion show “Un Rito Che Non Ammette Repliche”di febbraio.
Spiazzante. Gucci si riafferma come il brand che oggi è davvero fuori dagli schemi e dai cliché.
Un po’ come aspettando Godot, un atteso defilé che non c’è stato. Scompare l’omologazione classica di sfilata, anche in streaming. Una sfida al luogo comune di “moda” nel senso di canonica passerella.
Nell’Epilogo di Gucci appare solo ciò che di solito non si vede. Il back stage, il fitting, gli scatti dei professionisti per i book. Il non visibile.
Una disobbedienza creativa al di là del mercato e dei mass media. Originale, non banale. Una eccentricità alla Alessandro Michele nel senso più creativo del termine, ossia, diversa, insolita, stravagante, bizzarra, innovativa. Ribalta le regole, i ruoli e le prospettive tradizionali della moda. A partire dalle modelle non-modelle, le collaboratrici del brand, immortalate in semplici scatti come dei manichini prestati per i bozzetti di lavoro dei costumisti da appendere in sartoria.
Il click che introduce questo collage di “figurine” è un capolavoro di videografica. Freccette, numeri di serie e post-it per sottolineare i foscus della costruzione dell’outfit. Un taccuino di appunti riassunto in 76 scatti tutto in live streaming.
L’idea ben eseguita si è rivelata davvero stilosa, contemporanea, intuitivamente nuova e sorprendentemente social. Più di 35 milioni di visualizzazioni. Un record assoluto.
Gucci rimescola le carte. Dissocia lo show moda in movimento con scatti fissi. Asfittico? Niente affatto.
Dove apparentemente tutto sembra fermo, in realtà è tutto in movimento.
A partire dallo stile che cattura l’attenzione, come sempre. Questa Collezione Donna 2021 è la quintessenza dello spirito gioioso un po’ borghese e radical chic che oggi fa tendenza.
Lo slim dress molto Seventies che ci ha accompagnato in questo ultimo periodo, si allarga leggermente e diventa più misurato pur mantenendo quella sottile linea di sfrontatezza caratteristica del monogram G. Gli occhialoni e i turbanti non mancano per enfatizzare un peace and love contemporaneo e impudente, mentre i foulard stretti alla gola come collarini conferiscono un tocco di femminilità aggraziata anche ai look cromaticamente più sfacciati.
Le borse hobo con stampa esotica si esaltano sulle geometrie optical, mentre i cappelli a tesa larga stile cardinale in raso lucido spezzano la tradizione cerimoniosa e si trasformano in un vero coup de foudre per lo street style. Gli spolverini fino a terra rimembrano l’oriente mentre le gonne leggermente svasate e rigorosamente sotto il ginocchio hanno un sapore retrò molto gradevole.
Alessandro Michele è un consapevole anticonformista, indipendente, originale. I suoi scontri cromatici hanno fatto e continuano a fare tendenza. Sono ricercati e non casuali.
La palette scelta per il 2021 è vibrante, fatta di colori primari lucidi, quasi laccati. Sugli accostamenti vivaci dei pattern e dei generi non ci stupiamo più, sono un “marchio di fabbrica”.
Questa collezione parla al femminile con libertà e con quella proverbiale stravaganza di cui si ammantano i poeti e gli artisti. Se da un lato si addomestica nel concetto, dall’altro si rivela nuova nella forma.
E’ arduo definire criticamente l’Epilogo di Gucci; quasi in contraddizione con se stesso e il modello-moda. Incontestabilmente si è adattato al periodo attuale. Una libera espressione fuori dal predefinito e dall’immaginario comune. Ritroviamo in questo l’ottimismo sperimentale delle avanguardie che per la loro natura anticipatoria si rivelano sempre audaci ed estreme nei gusti e negli orientamenti.
Un epilogo o un prologo? Senz’altro non lo rivedremo a settembre per la presentazione della nuova collezione come dichiarato dalla maison. Una scelta consapevole e dirompente che riprendendo quegli Appunti del Silenzio che Alessandro Michele posta periodicamente sul suo diario-manifesto in Istagram si “nutrirà di nuovi spazi, codici linguistici e piattaforme comunicative”.