I colori metallici e le alchimie stilistiche di Tony Ward
E’ il caso di iniziare dalla fine per raccontare la collezione dello stilista Tony Ward, noto designer che si definisce italo- libanese, nelle sale di Santo Spirito in Sassia. Il suo lavoro, come la sua origine è un punto d’incontro tra due culture, quella orientale ricca di calore, colore e fantasia e quella occidentale, più ricercata ed elegante.
L’ultimo abito è un abito da sposa. Una esplosione di lusso, di sontuosità, di dettagli, coniugato con una linea semplicissima del corpino e della gonna, un pezzo unico che si muove rigido e mantiene la silhouette nel lento incedere della modella. Oltre 1.000 ore di lavoro, 150 metri di seta, migliaia di cristalli swarovski incastonati in milioni di piccolissime foglie di organza di 8 millimetri ognuna, minuziosamente cucite a mano ed applicate ad una ad sulla gonna. Il velo è una nuvola di tulle bianchissima, arriciata da ricami luminosi.
“Il mio pensiero – ha dichiarato Tony Ward – è sempre rivolto a tutte le donne, ma quest’anno in particolare a coloro che proprio per la loro femminilità, sono state vittime di violenze e maltrattamenti”.
Per questo la volontà dello stilista è che il ricavato della vendita dell’abito, dal valore di 1000.000 euro sia devoluto in beneficienza a quelle associazioni che lottano contro li maltrattamenti e gli abusi sulle donne.
L’abito da sposa è paradigmatico per giudicare il resto della collezione che sembra segnare un momento nuovo nel percorso stilistico di Tony Ward, che ha evidentemente virato verso le creazioni di lusso e verso uno stile più barocco In essa però è più facile apprezzare la creatività dello stilista, la sua pazianza per ottenere gli effetti desiderati la perizia dei suoi sarti, l’esperienza delle ricamatrici.
Gli abiti sono sontuosi, forse eccessivamente per il gusto europeo, pieni di dettagli preziosi. A cominciare dalle stoffe, tessuti italiani disegnati dallo stilista e prodotti dai setaioli comaschi. Molti giochi di plissettature e di bellissimi origami. Nidi d’ape decorano i corpetti e rivelano il lavoro meticoloso di un alveare che, sulla base di un numero definito di elementi, si moltiplica in tante figure differenti. Nel corpino dell’abito corto marrone stile impero con gonna di pizzo e sopragonna di pieghe tubolari; nido d’ape per con collare stile seicento; nido d’ape per un piccolissimo coprispalle su un abito lundo a palze di piume. Infinite piccole applicazioni di pelle leggerissima tagliata a rombi o a petali decorano abiti e giacche a spruzzata d’oro. Piume grigie decorano l’abito corto il bustier nero stretto da una semplice cintura e piume nocciola per l’abito stile impero dal corpino formato da un grande fiocco. L’ispirazione assicura lo stilista viene dalla natura, piume, nidi d’ape, rametti di corallo che arricchiscono, ma come altri elementi tolgono semplicità ed eleganza all’insieme.
Nero, grigio, marrone, argento, rosa, rosso fragola fino al blu, i colori metallici, bruniti, arricchiti di luce e di specchi, stampe leggerisssime per un abito albiccocca stile impero, con corpino in taffetà a bande intrecciate. Stoffe goffrate con effetto dai colori cangianti dal bruno vinaccia al celeste nello stesso capo; ancora goffratura su tailleur preziosissimi. Stoffe arricchite da applicazioni di tulle in rilievo come nell’abito corallo; pizzo; ricami, grandi fiori bianchi su abito bianco, volute nere su abito corto nero; applicazioni di perline di specchi, di cristalli; cristalli marrone e borchiette metalliche sullo stesso corpino dall’effetto affascianante da lontano, ma che risulta eccessivo a guardarlo nel backstage .
Una collezione multiforme, dove il filo conduttore è il lusso quasi ostentato dei particolari, la volontà di creare un capo di alta gamma, irripetibile, per un mercato selezionatissimo geograficamente ed economicamente parlando. Per una donna che può permettersi di essere unica e tende ad ostentare la sua bellezza e la sua ricchezza.
Una clip della passerella finale di Tony Ward: