I corsetti: la repressione scorre sulla pelle
Quanto sarebbe bello vivere in un’epoca passata! Chi non l’ha mai pensato? Andare in giro in carrozza, recarsi ai balli, indossare maestosi vestiti… I film storici hanno contribuito ad accrescere queste fantasticherie.
Ma questo è fermarsi all’apparenza. Infatti, quando ci si abbandona a queste fantasticherie si dimentica un piccolo particolare: i corsetti, un vero e proprio incubo per le donne dei secoli passati. Infatti, a partire dal XVI secolo e fino al XX secolo, i corsetti erano un elemento indispensabile del guardaroba femminile, nonostante fosse una tortura infilarseli e causassero problemi anche gravi. Pochi film offrono esempi di come dovesse essere la vestizione di una donna. Un esempio palesemente comico viene dal primo episodio della saga dei “Pirati dei Caraibi”, intitolato “La maledizione della prima luna” ( Gore Verbinski, 2003), ambientato nel XVII secolo. All’inizio del film, alla giovane Elizabeth Swann, interpretata da Keira Knightley, viene regalato un vestito che segue l’ultima moda londinese: non appena le domestiche le stringono il corsetto, alla ragazza manca il respiro e si lamenta che le donne inglesi devono aver imparato a non respirare a indossarlo! Inoltre, una volta uscita di casa, sviene e cade in mare: dopo essere stata recuperata, non respira finchè non le viene tolto il corsetto.
Keira Knightley ha tirato un sospiro di sollievo quando, un paio di anni dopo, ha girato “Orgoglio e Pregiudizio” di Joe Wright: infatti, il film è ambientato nel XIX secolo, quando i corsetti erano più morbidi, soprattutto grazie all’introduzione dello stile impero.
Da allora, non c’è attrice che interpreta un film storico che sfugga alla domanda su come si sia trovata coi corsetti. L’ultima è stata la ventiduenne Mia Wasikowska, nota come protagonista di “Alice in Wonderland” (Tim Burton, 2010) e di cui presto uscirà in Italia “Jane Eyre” (Cary Fukunaga, 2011): se la sua Alice era una ribelle che si rifiutava di indossare i corsetti, per Jane Eyre non ha avuto la stessa fortuna. Ma quello che colpisce è la sua risposta alla fatidica domanda sui corsetti:
“I corsetti sono tremendi, peggio di quanto mi aspettassi. Fanno male, impediscono i movimenti, schiacciano il petto, pesano sulle spalle e stamapano sulla pelle quella stessa repressione che le donne di quei tempi subivano ogni giorno. Non mi sono mai sentita così felice di essere nata ai nostri giorni.”
Perchè questo è vero: le donne hanno cominciato a valere solo a partire dal secolo scorso. Quando i corsetti hanno cominciato a cadere in disuso.