I giardini di Majorelle da Jacques Majorelle a Yves Saint Laurent
Una giornata di fine marzo ai Giardini di Majorelle, Rue Yves Saint Laurent, Gueliz, Marrakech, Marocco. Se si presta un po’ di attenzione si possono distinguere il canto del merlo, del passero, e del bul bul; si può osservare il volteggiare della cinciallegra, della ballerina bianca, del codirossi e dello spazzacamino, il pigliamosche comune che dialoga con le colombelle, e i falchi che danzano liberi nell’aria.
Energia, vita e bellezza si avvertono con tutta la loro forza; l’energia inconfondibile che la natura regala a chi si sofferma ad osservare e ad ascoltare; l’energia di anime speciali che nel giardino fluttuano tra una pianta e l’altra e tra un’ospite e l’altro.
Jacques Majorelle, pittore orientalista francese figlio del celebre ebanista Louis Majorelle, giunse per la prima volta a Marrakech nei primi anni del secolo scorso; nel 1923 decise di acquistare un palmeto di ottomila metri quadri per il quale fece progettare all’architetto Paul Sinor un edificio in perfetto stile moresco. Innamorato dei colori vivaci, dipinse le mura della casa e del giardino di una tonalità di blu cobalto, un blu con una punta di viola, intenso ma temperato, un colore tanto rallegrante e felice da entrare a far parte dell’alveo di tinte note e prendere il nome di “Blue Majorelle”. La sua casa era al primo piano e al piano terra, immerso nel più segreto dei luoghi, c’era lo studio dell’artista.
Amante della botanica creò un lussureggiante giardino tropicale ispirato a quelli tradizionali marocchini adornato al centro da bacini acquatici e ricco di piante esotiche comuni affiancate da specie rarissime; cactus, banani, aloe, palme, bamboo, ordinate ad incorniciare specchi d’acqua, punti di osservazione, vialetti, ruscelli, ponticelli e gazebo. Quiete, scorrere lieve dell’acqua, fiori di loto e aromi della natura nell’aria accompagnavano e accompagnano, giornate lente, silenziose e piene.
Nel 1947 il giardino venne aperto al pubblico e dopo la morte di Majorelle – rientrato a Parigi in seguito ad un grave incidente-, il luogo meraviglioso visse un periodo di abbandono.
La vita riprese e la magnificenza del luogo riemerse, quando, dopo qualche anno, lo stilista Yves Saint Laurent e il suo amico Pierre Bergé, nel corso del loro primo viaggio in Marocco lo scoprirono e decisero di acquistarlo. Dal 1980 il giardino è di proprietà di Yves Saint Laurent .
Oggi le ceneri dello stilista sono cosparse nel roseto della villa, sotto una lapide alla sua memoria in un piccolo spazio di pace dove ci si può sedere per un po’ e ascoltare il sussurro dell’artista.
Il giardino attira più di 600.000 visite l’anno da parte di amatori provenienti da tutto il mondo.
Qualche anno fa la principessa Lalla Salma, moglie del re del Marocco Muhammed vi inaugurò la mostra “Yves Sain Laurent et Le Maroc”, con la creazione della Via “Yves Sain Laurent” in omaggio al grande designer. All’interno del parco è stato da ultimo inaugurato alla presenza del ministro della cultura francese Fréderic Mitterand, il museo berbero dove è possibile ammirare una collezione da sogno di abiti, accessori e gioielli antichi di realizzati a mano dalle antiche popolazioni del Nord Africa.