I Missoni: una grande famiglia nel solco del successo.
Il successo? Chiedetelo ai nostri figli, sembrano dire Ottavio e Rosita Missoni presenti nel back stage della sfilata firmata da Angela che confessa. “I riferimenti che ho in mente provengono dalla mia famiglia, sono impressi nella mia memoria e con essi lavoro. Io continuo nel solco delle loro invenzioni e così ho lavorato sui tessuti, sulle trame, i materiali, i grafismi”
Il successo? Chiedetelo ai nostri figli, sembrano dire Ottavio e Rosita Missoni presenti nel back stage della sfilata firmata da Angela.
Pressato a dare un giudizio sulla collezione Ottavio glissa: “Quando mi intervistano gli stranieri su cosa ne penso della collezione, rispondo: very exciting e very impressive. Non posso dare giudizi, faccio parte della squadra”
Poi capitola in una bella affermazione degna di un marito e padre in ammirazione “E’ da 10 anni che la mamma, Rosita, ha lasciato ad Angela il lavoro. Una buona eredità, ben recepita!”.
Vestire Missoni, ancora oggi, dopo 50 anni di attività
festeggiati in bellezza qualche stagione fa, significa indossare capi inconfondibili; stampati dai colori mescolati come in un quadro. Ma dal momento che l’ex olimpionico -non di staffetta, ma dei quattrocento ad ostacoli-, ha comunque passato il testimone, qualcosa deve cambiare e sta cambiando. Eppure, come è giusto, lo stile Missoni rimane riconoscibile.
Angela ha ormai consolidato la sua posizione all’interno dell’azienda, movendosi con disinvoltura tra la tradizione della famiglia, radicata oramai nella storia della Moda, e l’innovazione necessaria per non perdere il passo . “I riferimenti che ho in mente-dice nel back stage- provengono dalla mia famiglia, sono impressi nella mia memoria e con essi lavoro. C’è molto della tradizione Missoni: i Missoni hanno inventato le tecniche, il vocabolario. Io continuo nel solco delle loro invenzioni e così ho lavorato sui tessuti, sulle trame, i materiali, i grafismi. C’è un patrimonio amplissimo. Non ho bisogno di guardare in archivio, ho tutto nella memoria. Alla fine i mix si creano in modo spontaneo e autentico”.
Il suo personale contributo? Va inquadrato nel cambio generazionale e lo esprime con simpatia: “Quando mia madre è nata, si portavano le scarpe basse. Io sono nata con i tacchi”.
Dopo 10 anni di lavoro e 20 collezioni si sorprende del tempo trascorso: “E’ quasi uno shock! E’ come con i figli, all’improvviso ci si rende conto che sono diventati grandi”
A quale tipo di donna si è ispirata?
“Ho in mente una donna femminile, dolce, morbida. Ho voluto eliminare quanto è eccessivo e troppo evidente. La mia idea è quella di una femminilità cocooning, protettiva ed allora ho cambiato i volumi: più ampi, più avvolgenti; c’è voglia di coccolarsi.”
E così mette in passerella una linea morbida, leggermente a uovo, rotonda quel tanto che basta. E perché il volume non mortifichi la figura femminile sceglie materiali leggeri, seta, cashimere, o le pelli molto assottigliate. Belle, nel solco della qualità delle lane Missoni e nuove nella lavorazione, le maglie e gli abiti di maglia a punto pelliccia, e intarsi di trecce.
Anche i colori sono caldi , marzapane, curry, caffè, alloro, vaniglia, miele, cannella. C’è lo zig-zag tipico e coloratissimo ma per la sera, o accompagnato da una giacca di pelliccia con il collo che simula i petali di un fiore. Caban caldi, funzionali cappe-pullover di maglia o di tessuto, accanto ai cappottini che sembrano leggerissimi. E poi, a dare alla silhouette movimento e leggerezza, nastri applicati, fiori e piume con cadute leggere e decorative.