I tanti volti del design
Un “Made in Italy” decisamente variegato e trasversale quello che si è visto pochi giorni fa a Milano negli spazi dell’ex Ansaldo -nel cuore della zona più dedicata al Fuorisalone- durante l’assegnazione di uno dei riconoscimenti più ambiti nell’ambito del Design, il Compasso d’Oro ADI –ASSOCIAZIONE DESIGN INDUSTRIALE-.
Giunta alla sua sessantesima edizione, la manifestazione, svoltasi davanti a un pubblico carico di entusiasmo e di attenzione, ha mostrato ancora una volta la sua attualissima freschezza e la sua vivace capacità di meravigliare e di suscitare emozione.
Il ritorno dopo dieci anni nel capoluogo lombardo, città dove il premio voluto intensamente da Giò Ponti ha visto la luce, ne sottolinea la continuità e l’importanza legata alle “radici”.
Sul palco allestito nel salone a pianterreno, autorità e voci narranti. Personalità avvezze a tenere la scena insieme a figure caratterizzate da più timidi approcci.
Il miglior design italiano contemporaneo sotto i riflettori. Premiato e selezionato con l’accuratezza di chi vuol mostrare al mondo tutta la bellezza che il nostro Paese è in grado di creare e di trasmettere. Attrattiva e funzionalità, passione e un pizzico di follia, forma e sostanza. Ingredienti necessari a far emergere qualcosa che rimanga e che sia testimonianza di unicità e di eccellenza. Mix fondamentale per ribadire che la nostra cultura si fonda su qualcosa che ha in modo intrinseco la vocazione a “mettere in moto” energia creativa, a “riparare” anche qualcosa di interrotto, a “ridisegnare” linee che parevano labili o perdute, a “escogitare” sfide da sottoporre alla sempre crescente curiosità.
L’impressione eclatante che l’Italia C’È, c’è eccome! Con il suo gusto, la sua vena artistica, il suo desiderio di essere “impronta” e veicolo di qualità che permane nel tempo.
Venti premi per dare merito al lavoro svolto con questa consapevolezza e con questo intento, dunque.
Venti premi e tante menzioni d’onore -75, per l’esattezza-.
Inoltre 11 riconoscimenti alla carriera. Questi i numeri della XXIII edizione del prestigioso “omaggio” al design italiano.
Una giuria eterogenea dietro le quinte di tutto ciò. Collaborativa e dedicata.
Con decisioni “prese secondo il principio del dialogo socratico” e con l’accompagnamento della grande professionalità e della immutata passione che l’ADI ha messo in evidenza dal primo giorno -era il 1958- in cui se ne è presa cura…..
Ed ecco, per la categoria “Design per l’abitare“, il Compasso d’Oro a IN-EI ISSEY MIYAKE, una lampada progettata per Artemide da Issey Miyake Rality Lab.
“…..per aver mescolato tradizione e modernità in un oggetto essenziale e tecnologicamente avanzato ma allo stesso tempo poetico”.
Luce soffusa, forma elicoidale, soffio leggero, origami dal perfetto candore, conchiglia inusuale…..
E ancora, per la categoria “Design per il lavoro“, Compasso d’Oro a BELLEVUE CON TECNOLOGIA PANORAMA, un tavolo-bacheca per gelateria disegnato per IFI da Marc Sadler.
“…..per avere creato un prodotto facile da usare e pulire, che conserva in modo ottimale il gelato, e il cui design minimale mette in evidenza la valenza estetica del prodotto che contiene”.
L’armonia dei colori…. da apprezzare insieme all’ordinata sequenza dei gusti…..
E poi, per la categoria “Design per la persona“, Compasso d’Oro a TRAVEL AIR JACKET, un indumento ideato per UNO61 da Marco Broglia e Renzo Pigliapoco.
“……per aver utilizzato tecnologie provenienti dal mondo del salvataggio in un capo di moda”.
Una giacca con interno gonfiabile a prova di naufragio…….
E procedendo, per la categoria “Design per l’ambiente“, Compasso d’Oro a SFERA, un tombino da strada uscito dalla fantasia di Giulio Iacchetti e Matteo Ragni per Montini.
“…..per aver interpretato in modo espressivo e ironico un elemento funzionale dell’arredamento urbano”.
Una vera e propria novità estetica su cui poter speditamente e “bellamente” camminare……
E molto altro ancora, con suggestioni da suscitare e applausi da strappare.
Tavoli leggerissimi, lampade esilissime, auto aerodinamiche, trattori ergonomici, scarponi da sci raffinati, libri edificanti, poltrone giocose, installazioni poetiche…..
E……NULLA, di e per Davide Groppi.
“……per aver progettato la luce e non una lampada”.
Un niente che mostra tutto. Che incanto!
Una vera festa per l’anima, infine, i commossi ringraziamenti dei fruitori del riconoscimento alla carriera. Da Alessandro Mendini a Puccio Dini, da Italo Luni a Dieter Rams, da Ekuan Kenji a Marva Griffin (per Salone Satellite)…..
Parole toccanti, preziose, sentite.
Grande dimostrazione di rinnovata fiducia nel futuro la giusta distribuzione del premio collaterale “Targa Giovani”.
All’uscita, una luminosa Luisa Bocchietto -Presidente uscente di ADI-, alla nostra domanda su quale fosse il segreto di quella sua perfetta carnagione “alabastrina” che -accendendosi ogni volta che sorride- irradia chi la osserva e chi le sta vicino, ci ha risposto con scherzoso e garbato ammiccamento: “Forse perché non c’è trucco”.
Sì, lo pensiamo anche noi. I giochi di parole dicono sempre tanto.
Lunga vita allora a tutto quel che viene pensato, progettato, concepito, elaborato, evidenziato, diffuso… con trasparenza e con correttezza, con impegno e con serietà.
E il cui obiettivo è di “creare collaborazione e costruire un percorso condiviso“.