Il “bello ben fatto” nella mostra di Raffella Curiel
Kαλός καὶἀγαθός!
Cosa a che vedere questa espressione, che nella cultura greca di epoca classica indica l’ideale di perfezione fisica e morale dell’uomo, con la Moda? Kαλός non è esclusivamente la bellezza sensibile; ai greci del V° secolo a.c. parla di un “bello” che si associa ad un comportamento morale “buono”. Ἀγαθός indica il “buono” che per essere tale è certamente “bello.
Mi azzardo a trasferire questi concetti alla moda? Sì, perché il Kαλός καὶἀγαθός mi è venuto in mente entrando nel suggestivo spazio in cui era allestita – in concomitanza con la settimana della Moda a Milano-, la mostra “Curiel – History and Future”, curata da Silvestrin & Associati. Una celebrazione delle suggestioni, delle ispirazioni e dell’estetica della Maison Milanese, ma in particolare della capacità di Raffaella Curiel di essere fedele sempre alle missione che si è data con il suo lavoro creativo: “rendere belle le donne con una moda che esalti senza mai sopraffare, che valorizzi senza mai esibire, che esprima raffinatezza senza mai essere leziosa”, così come recitano le righe di presentazione dell’evento.
La mostra si dipana in 5 aree tematiche differenti.
Innanzitutto il dialogo con il mondo dell’Arte. Raffella Curiel si è sempre distinta per il contenuto culturale che ha voluto assegnare alle sue collezioni mantenendo come fonte di ispirazione l’arte innanzi tutto, le correnti artistiche passate e contemporanee e gli artisti europei che le hanno rappresentate Klimt, Goya, Velasquez, Van Gogh, Schiele, Beardsley, Depero, Vermeer, ma anche le “altre culture” ,la Russia degli Zar, l’India dei Maharaja, l’Inghilterra dei Tutor, l’ispirazione/omaggio al Messico di Frida Kahlo. Gli abiti esposti, realizzati nel corso del tempo, sono ispirati alle opere di Jim Dine, Picasso, Klimt, Frida Kahlo, Depero, Chagall.
La sezione che ha per nome La Scala: raduna mise da gran sera indossate per le prime di opere liriche al teatro simbolo di Milano. Uno schermo proietta immagini di personaggi del bel mondo milanese in abiti Curiel tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Exoticism abborda un diverso punto di vista. Sono gli abiti ispirati all’ Oriente, Russia Africa che utilizzano, accanto alle tecniche sartoriali più raffinate, le lavorazioni artigianali dei luoghi di ispirazione. Il risultato sono abiti spettacolari, raffinati ed elegantissimi.
White è lo spazio dedicato agli abiti da sposa, a cui Raffaella Curiel ha dedicato sempre nelle suae collezioni, una cura particolare e una creatività talvolta fuori dalla tradizione. Da ammirare in questa sezione, l’abito che la couturier ha creato per sua figlia Gigliola.
Sul versante opposto a questo settore c’ è Print & Graphic: un gruppo di vestiti a tutto colore, talvolta dagli accostamenti audaci, ma sempre ugualmente di una rigorosa eleganza.
Per ultimo l’angolo Curiellino, una capsule collection disegnata da Gigliola Castellini Curiel, che rienterpretra in chiave moderna un intramontabile della produzione della maison,uno dei capisaldi del brand il “little black dress” italiano, originale rispetto alla versione francese perché sviluppato già alle origini secondo i parametri propri della Maison Curiel.
Nel percorrere lo spazio della mostra ed osservando i touchscreen, le immagini proiettate sulle pareti, i quadretti di figurini e di abiti indossati, che raccontano l’ evoluzione coerente di un brand che non ha tradito mai il suo concetto di moda ed eleganza, la mente continua a ripetere kαλός καὶ ἀγαθός e a continuazione – quasi a volerlo tradurre in una espressione adatta al momento e all’oggetto di riferimento- “bello ben fatto”. Il bello delle creazioni che posseggono la qualità morale di essere ben fatti.
Ben fatti perché in ogni capo è stata adopera tutta la capacità creativa, tutta la sartorialità, tutta la artigianalità che la tradizione italiana custodisce. Belli perché il senso estetico di cui ci gloriamo pervade ognuna delle fasi del lavoro, è la somma di quello della sarta, della stiratrice, della ricamatrice, di chi fa il plissé di chi tinge il tessuto , ecc, ecc. Una mostra quindi che, celebrando il valore di un brand storico milanese, celebra tutto il Made in Italy.
Una mostra “Storia e futuro della maison Curiel” che sembra rappresentare, nel momento dell’avvio della newco Curiel Ltd con un partner cinese il gruppo RedStone, il trampolino di lancio per lo sviluppo del marchio e posizionarlo così tra i grandi nomi dell’alta moda nel mondo. Nello stesso tempo è apparsa come il desidero di Raffaella Curiel di rassicurare tutti, che il futuro del brand rimarrà fortemente ancorato al passato, allo stile e all’eleganza, alla qualità che hanno caratterizzato da sempre la maison.
Di seguito il link alla storia della maison preparata in occasione della Mostra