Il cauto ottimismo del Cav. Boselli
La conferenza stampa del 14 febbraio era convocata per la presentazione della prossima settimana della moda milanese, Milano Moda Donna A/I 2011-12, la nuova location di Palazzo Sforzesco e gli eventi culturali collaterali. Ma l’attenzione si è spostata rapidamente su altri due fronti: il tema economico e il richiamo alla settimana del design. Per quest’ultimo tema il Cav. Boselli e l’assessore Boeri hanno chiarito,- ci auguriamo una volta per tutte-, che i due eventi hanno caratteristiche differenti. Le sfilate non potranno mai essere aperte al pubblico; si tratta di appuntamenti per addetti ai lavori: buyers e stampa; e per questa ragione non possono avere il clima partecipativo esteso alla cittadinanza degli appuntamenti del Salone del Mobile. Inoltre si tratta di evitare superficiali confronti tra le due manifestazioni ; Boselli ci ha tenuto a evidenziare che l’impatto delle 4 tornate di eventi moda è di molto superiore a quello del Salone che si svolge in soli 6 giorni l’anno, a fronte dei 28 totali delle sfilate uomo e donna.
Più importanti sono state le considerazioni del Presidente della Camera della Moda riguardanti gli aspetti economici e le previsioni sull’andamento dell’industria della moda (tessile, abbigliamento, pelletteria, calzature) per il 2012. Ha esordito dicendo: “Nonostante il brusco rallentamento registrato a partire dall’ottobre scorso resto fiducioso” di fatti se il 2011 si era chiuso con una crescita del 5,5% e un fatturato di 63,5 miliardi, il 2012 potrebbe chiudere con un calo del – 5,2%, anche se il calo export potrebbe essere minore -3,1%
Pur non addentrandosi a esaminare gli scenari finanziari della crisi, il Presidente ha evidenziato che dal 2008-09 anno del fallimento della Lehman Brothers “ quando la moda italiana perse il 15% del suo fatturato e l’esport scese a -18,9% ad oggi, “ l’industria italiana della moda é molto diversa. Abbiamo ripensato i processi aziendali. Le aziende sono più snelle; abbiamo perso qualcuno, ma quelle che sono rimaste sono più solide per far fronte alla crisi che ha fatto una selezione spietata. Ora, inizio del 2012 le aziende del settore sono più attrezzate e sono più sicure delle loro possibilità sui mercati internazionali.”
Ma la preoccupazione di Mario Boselli rimane la delicata situazione delle piccole e medie imprese e del tessile , perché le più colpite dal credit crunch. Rappresentano la parte importante del nostro sistema Moda e –ha detto- “se non preserviamo la parte alta della filiera, crolla tutto” . A questo proposito ha ricordato quanto esposto di persona al Presidente Napolitano e nella lettera consegnata congiuntamente al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e al Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Giuseppe Mussari in cui, a nome del Comitato direttivo della Camera della Moda, ha indicato che le maggiori difficoltà del settore si riscontrano tra le piccole e medie imprese fornitrici di “semilavorati tessili e quelle della sub fornitura delle confezioni dei capi e di accessori moda, oltre alle aziende di alto artigianato e a quelle costituite da giovani stilisti”. Nella lettera non si tralascia di sottolineare il problema del costo del credito “che ha raggiunto livelli insostenibili per le imprese: ci si rende conto –si legge nel testo- che, se è vero che la causa principale deriva dal costo della provvista delle Banche, ciò non spiega i livelli di spread pretesi dagli istituti di Credito”. 70.000 aziende della filiera del sistema tessile abbigliamento moda rischiano di dover cessare l’attività con gravi conseguenze in termini di occupazione -e i dati riportati nella lettera sono chiari-, “ già calata di 50.000 addetti (da 700.000 a 650.000) e metterebbe a rischio un fatturato di oltre 63 miliardi di euro ed un saldo attivo della Bilancia Commerciale di oltre 13 miliardi di euro.
Insomma una edizione di Milano Moda Donna che suona come una cartina di tornasole dello stato delle aziende della Moda.