Il classico di Ermanno Scervino
“Credere che la moda sia qualcosa di esclusivamente femminile, ossia che di moda si possa parlare soltanto riguardo all’abbigliamento della donna, è altrettanto sbagliato come credere che tutto ciò che ha attinenza con la moda sia soltanto edonismo, frivolezza, snobismo. È invece proprio il contrario: la moda riguarda (e come!) anche l’uomo, non da oggi ma da sempre” (G. Dorfles, La moda della moda, pag.19).
Alcuni dei pensatori più illustri del passato, tra cui vale la pena ricordare Veblen, Simmel o Barthes, hanno trattato il fenomeno moda da un punto di vista prettamente sociologico e si sono chiesti quale fosse il suo reale significato. Le teorie sviluppate hanno condotto ad un importante e definitivo risultato: la moda è prima di tutto un mezzo di affermazione sociale. L’abbigliamento è l’arma che qualsiasi individuo utilizza, forse anche inconsciamente, per manifestare a se stesso e al prossimo la propria condizione sociale, nel tentativo di differenziarsi e prendere coscienza del proprio ruolo. E se oggi, quando si parla di moda, la si associa inevitabilmente al genere femminile, una volta, almeno fino all’ ‘800, la situazione era completamente capovolta. Un tempo era l’uomo che curava minuziosamente il proprio abbigliamento, con l’obiettivo di trasmettere una precisa immagine di sé e della sua condizione. Si pensi allo sfarzo e all’opulenza delle corti europee del ‘600, ‘700, o allo stile volutamente sobrio della borghesia. Insomma, almeno fino a due secoli or sono, il compito di palesare le proprie origini sociali era affidato all’uomo. Nel corso del tempo le cose si sono sensibilmente modificate, in quanto tutta l’attenzione per l’abbigliamento e la moda in generale è arrivata ad essere prerogativa esclusiva della donna. Ne sono testimonianza molteplici fattori: le infinite produzioni, il maggiore interesse della stampa specializzata, gli innumerevoli riflettori puntati sulle sfilate femminili e, non da ultimo, il tentativo di rendere l’abbigliamento maschile sempre più simile agli standard e alle tendenze muliebri.
Martedì 20 dicembre, al civico 37 di Via Manzoni, a Milano, si è svolta la sfilata della collezione maschile autunno/inverno 2009/2010 di Ermanno Scervino. Le proposte dello stilista per la prossima stagione invernale sono cariche di semplicità, eleganza e linearità. I colori utilizzati, blu, marrone, beige, grigio, nero, delineano forme e tagli di un gusto tipicamente classico, reso inconfondibile da piccoli dettagli di stile: una sciarpa colorata, una spilla luminosa, un basco accostato a molteplici look.
La collezione manifesta una grande coerenza stilistica sia nelle geometrie sia nelle tonalità scelte. Gli abiti sono caratterizzati da tagli molto classici, gli stessi tessuti utilizzati, tutti rigorosamente made in Italy, evidenziano la volontà dello stilista di proporre la figura di un uomo che si proietta nel futuro con una rinnovata classicità. Ed è in quest’ottica che si pone la proposta di giacche di jeans con il bavero in raso o di cappotti in lana mono e doppio petto con cappucci tecnici applicati. La casa di moda fiorentina, nata nel 1999, ha una chiara idea stilistica che riesce a palesare attraverso le sue creazioni. L’eleganza per Ermanno Scervino è un concetto assolutamente non convenzionale che va reinterpretato in chiave contemporanea, anche attraverso il contrasto. Contrasto di materiali che, in ultima analisi, viene fatto rientrare in un equilibrio di forme e colori. “Mi piace l’idea dei contrasti tra i materiali, scoprire equilibrio in un contrasto dà libertà”.www.ermannoscervino.it
È essenziale riconoscere che tale visione della moda viene implementata per mezzo di codici stilistici prettamente canonici e classici. Ed è proprio questo aspetto che rende Scervino unico nel suo genere. “Perché i classici sono una fonte inesauribile d’ispirazione e assumono una bellezza tutta nuova se vengono reinterpretati, sempre senza nostalgia”.www.ermannoscervino.it
L’uomo di Ermanno Scervino si affaccia al futuro con uno stile e un’idea della moda ben precisi che si rifanno ad una classicità senza tempo rinvigorita e interpretata in chiave moderna. Ed è in quest’ottica che la concezione dell’abito come mezzo di affermazione sociale acquista, anche nel ventunesimo secolo, un significato concreto. Se l’uomo dell’immediato futuro, da un punto di vista stilistico, è quello pensato da Ermanno Scervino, siamo fiduciosi nella crescente virilità della moda maschile.