Il filo nascosto dell’amore
Una storia dove l’eleganza degli abiti, delle persone, dei modi, delle forme assume un ruolo da protagonista. E’ quella raccontata nel nuovo affascinante film di Paul Thomas Anderson, “Il filo nascosto” (Phantom Thread), che punta i riflettori su un rinomato stilista londinese, Reynolds Woodcock, narcisista ed egocentrico, e sul mondo della moda degli anni ’50, andando alla ricerca in realtà di quel “filo nascosto” capace di legare insieme due persone per sempre.
Il couturier portato sullo schermo dal regista statunitense è invero un personaggio molto sfaccettato che racchiude in sé tratti di almeno due noti stilisti: lo spagnolo Cristòbal Balenciaga e l’anglo-americano Charles James.
Il film, ottimamente interpretato dal talentuoso Daniel Day-Lewis (il quale dopo questa recitazione ha annunciato il ritiro definitivo dalle scene), vede nel cast anche una straordinaria Lesley Manville (nel ruolo di Cyril, sorella del grande sarto) e l’attrice-rivelazione Vicky Krieps (Alma, la giovane cameriera di cui il protagonista si innamora perdutamente, arrivando a stravolgere la sua vita e la sua carriera attentamente pianificate).
Ambientato per lo più nella raffinata dimora-atelier che Reynolds Woodstock, avvezzo a frequentare case reali e contesti alto-borghesi, condivide con l’austera sorella-aiutante Cyril, la pellicola narra la singolare vicenda sentimentale che si dipana dall’incontro tra l’uomo maturo, scapolo impenitente (come si suol dire), e la ragazza destinata a diventare la sua musa ispiratrice oltre che la sua amante. In effetti, l’arrivo della giovane e bella Alma, tenace e determinata nel far valere le ragioni del suo amore, finisce per “scucire” gli orli perfetti dell’esistenza consueta di Reynolds, che a fatica si lascia andare e si concede in modo autentico, ma alla fine riconosce, tra tanti fili, quello nascosto che lo legherà per sempre alla donna.
Il film, per certi aspetti signorilmente hitchcockiano pur non essendo un thriller, nella sua atmosfera sospesa e a tratti tesa ci offre una sorta di grandioso incontro-scontro tra due persone assai diverse che cercano, non senza soffrire, di cucirsi addosso l’abito di un rapporto amoroso assoluto che al medesimo tempo è inscindibile dal processo creativo e dalla costante aspirazione all’eleganza che attraversa la loro avventura esistenziale.
“Il filo nascosto”, la cui splendida colonna sonora è opera di Jonny Greenwood, è stato candidato a ben 6 statuette Oscar (a cominciare dall’interpretazione di Daniel Day-Lewis), aggiudicandosi Mark Bridges meritatamente quella per i costumi: 50 abiti originali sono stati appositamente creati a mano alcuni utilizzando prezioso pizzo fiammingo.
Cosa non si fa per trovare quel filo nascosto…