Il giardino della speranza di Raffaella Curiel
Il contrasto è forte, sicuramente eccessivo, forse utile. La rustica, anzi rozza –se fosse stata solo rustica non avrebbe sorpreso più di tanto- location dell’ex Dogana, accoglie i raffinatissimi abiti per la primavera di Lella Curiel per la manifestazione di Gennaio 2016 di Altaroma. La perplessità iniziale, nel mettere piede nella sala, si sfuma quando le luci si orientano definitivamente sulla passerella; si dimenticano le grezze pareti di calce bianca, i pilastri, il soffitto, e si ammira esclusivamente, senza distrazioni, la pura bellezza di una ricca collezione.
Charles Boudelaire affermava che la moda è una tensione verso la bellezza: certo non applicheremmo questa affermazione alla moda in modo indiscriminato. Ma non ci sembra di esagerare nel dire che il lavoro di Lella Curiel è sempre -utilizziamo idee che rubiamo al pensiero del poeta e scrittore francese– uno sforzo per raggiungere il bello, una progressiva approssimazione ad un ideale di bellezza che la sprona incessantemente a dare il meglio nel suo lavoro.
I capi di Raffaella Curiel si riconoscono. Hanno il tocco sempre uguale del suo pennello d’artista, ma hanno la novità –il nuovo che la moda per sua natura esige- di una ispirazione sempre diversa, cercata con lo studio accurato dei luoghi in cui la bellezza c’è, arte, pittura e letteratura, città d’arte. Insomma Bodelaire direbbe che in lei si trova una sintesi dell’eterno, rappresentato dal bello, e del transitorio: le circostanze che ispirano la materializzazione concreta del bello in un abito e la contemporaneità, quel guizzo di attualità che il suo mestiere, fare moda, reclama.
Fonte di ispirazione della collezione è questa volta la natura, i fiori di un giardino, gli evangelici gigli che non filano eppure hanno una veste tanto splendente, che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, ha mai saputo eguagliare. Lei stessa ci dice che oltre ad un messaggio di bellezza ci vuole trasmettere un messaggio di speranza perché la natura, un giardino -con il suo eterno movimento del seme che diventa pianta e poi mette su le foglie che ci regalano infinite gamme di verde e poi si adorna di fiori che spandono sulla terra una miriade di colori- è un messaggio di vita. Una collezione primaverile in tutti i sensi, anche più giovanile di altre precedenti che la stilista milanese ci ha regalato, forse per i colori, forse le forme.
Sono i colori a richiamare l’attenzione già alle prime uscite, sono colori rubati ai fiori, azzurro, fiordaliso, giallo girasole, fucsia, rosa ortensia, rosso papavero, verde prato, ciclamino, tante varietà e tonalità. Sono pochi, ma elegantissimi gli abiti in bianco e nero come la gonna composta da petali bianchi e corpino nero con scollo all’americana; oppure sul nero compaiono ricami e applicazioni in bianco; al contrario un abito bianco è doppiata in pizzo nero, ma un papavero rosso decora la spalla della giacca rigorosamente nera; al rovescio l’abito nero con ricami di foglie di felci argento e gonna nera gonfia a palloncino porta una giacca bianca con una alta baschina costruita come petali di tulipano.
Le stampe sugli abiti di chiffon e sui plissé sono a volte tenue a volte più accese ma si tratta sempre di fiori, rose, clemantis, ortensie. Le foglie invece sono diventate ricami, applicazioni, stampe. Le rose selvatiche sono applicate ad abitini o decorano in un intreccio di foglie e di sottili rami verdi nella proposta sposa di Lella Curiel per la prossima stagione. Abiti-tulipano, gonne-bocciolo, corpino in vimini come un cestino che raccoglie i rossi papaveri della scollatura dritta senza spalline per una gonna color corda decorata con papaveri o ranuncoli dai colori smorzati; pantaloni larghi, plissé e colli rimandano talvolta al disegno di una calle: sono tutti richiami al giardino della stilista milanese.
Infine gli accessori. Innanzitutto le scarpe di Gigliola Curiel che assecondano anche nei decori i colori e le stampe degli abiti, tacco sottile e moderatamente alto per favorire un incedere elegante e sicuro. I cappelli di Gallia and Peter creati appositamente per la collezione e i bijoux di Simonetta completano la femminilità ricca di savoirfaire della donna Curiel.
.